A cominciare dall’attivazione della cabina di regia con Invitalia, Regione e Comune cui spetteranno la pianificazione e la programmazione complessiva dell’area. Tra spese per il risanamento ambientale e spese per l’acquisizione dei suoli dalla vecchia proprietà - passaggio determinante quanto delicatissimo per l’intera operazione - dovrebbero essere impegnati 200 milioni di risorse pubbliche, un terzo delle quali sarebbero già disponibili perché stanziate a suo tempo per il risanamento di Bagnoli.
Naturalmente sul cronoprogramma peserà il ricorso abbondantemente annunciato dal Comune di Napoli attraverso il sindaco de Magistris, da sempre contrario a qualsiasi nomina commissariale. Ma sul ruolo che la «nuova» Bagnoli dovrà garantire a Napoli e ad una fetta non trascurabile dello sviluppo della Campania e del Mezzogiorno, il capo del governo non sembra avere più dubbi: dopo una serie di annunci e di rinvii (è capitato almeno tre volte negli ultimi due mesi), ora il piano deve partire.
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