Caduta calcinacci a Napoli. Il perito: «E' assente la cultura della prevenzione»

Nicola Augenti, titolare della cattedra di Diagnosi e terapia dei dissesti strutturali alla Federico II, tra i massimi esperti di crolli e dissesti, sostiene per� che questi episodi ci sono sempre stati. Ma solitamente, secondo il docente, passano sotto silenzio. Salvo quando si verificano tragedie. E allora ci si fa caso.

Tant’è che ogni crollo successivo viene attenzionato, soprattutto dai media. «È bene chiarire che la caduta di pietre da un edifico configura il reato di crollo. Esso sussiste anche se non si fa male nessuno. La responsabilità del crollo, infatti, va attribuita a chi non ha operato la messa in sicurezza. Insomma chi non elimina un pericolo incombente è come se l’avesse determinato. In parole povere è lo stesso principio dell’omissione di soccorso».

Per Augenti, la causa degli episodi che stiamo registrando in questi giorni, «è da ricercare nella mancanza di manutenzione, nell’assoluta indifferenza generalizzata sia dei privati che del pubblico rispetto alla prevenzione, nonchè nella mancanza di educazione e di cultura alla conservazione» .

Per il cattedratico - che riveste il ruolo di perito nei processi relativi ai crolli più eclatanti verificatisi in città, a cominciare da quello che ha interessato Palazzo Guevara di Bovino alla Riviera di Chiaia - l’imposizione del mettere in sicurezza non basta. «Bisogna anche controllare che i lavori vengano eseguiti».

«Non c’è cultura, educazione alla manutenzione. È normale che accadano questi episodi. Anzi, rispetto allo stato di manutenzione delle nostre città, sono poche le tragedie che si verificano. E non si immagina neppure quanti crolli si siano verificati negli ultimi tempi. Crolli che solo per miracolo non hanno determinato il morto. Ma qui a Napoli, purtroppo, si è fatalisti».