Lo zoo di Napoli prepara il ritorno degli scimpanzè: lavori da ottobre

Lo zoo di Napoli prepara il ritorno degli scimpanzè: lavori da ottobre
di Davide Cerbone
Mercoledì 19 Luglio 2017, 21:00 - Ultimo agg. 23:06
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Napoli li ha salutati quasi 15 anni fa. Risale al 2003 l'addio degli scimpanzé allo zoo di Fuorigrotta. «Era l'anno del fallimento, in quella struttura di cemento e mattonelle che vedete lì di fronte ce n'erano sei. Il Corpo forestale li prelevò e li trasferì altrove», ricorda Michele Capasso, curatore zoologico della struttura.

Oggi la sfida è riportare le scimmie nel giardino di zoologico (dove, vale la pena di ricordarlo, fino al 30 luglio i bambini fino a 12 anni entrano gratis). Ma con ben altre premesse. «Lavoriamo quotidianamente per migliorare: vogliamo competere al livello europeo, rispetto al degrado che abbiamo trovato il miglioramento  è netto, ma siamo ben lontani dai traguardi che ci siamo prefissati. Il prossimo passo è quello di ricreare un ambiente idoneo ad ospitare gli scimpanzè», spiega Francesco Floro Flores, l'imprenditore che tre anni fa ha riaperto e rivoluzionato lo zoo. E argomenta la scelta: «Noi abbiamo due missioni principali: la ricerca scientifica e il mantenimento delle specie. Gli zoo in un futuro non lontano saranno un'arca di Noè dove si potranno vedere le specie estinte. Gli scimpanzé saranno una di queste».

Il progetto, intitolato "Scritto nel Dna" e sostenuto anche grazie ad una campagna di crowdfunding lanciata con la Fondazione Banco Napoli, è stato approvato dal responsabile dell'Eep (il programma europeo per le specie a rischio), dalla Soprintendenza e dal Ministero dell'Ambiente e prevede un'area outdoor di 464 metri quadri da realizzare davanti al vecchio "Exhibit scimpanzé", delimitata con tratti di recinzione metallica e tratti vetrati. Barriere e arricchimenti ambientali pensati per permettere agli animali di sottrarsi in qualsiasi momento alla vista del pubblico. Dunque, tanto spazio aperto per i primati, con le vecchie gabbie in muratura convertite in un ricovero coperto. «Questo zoo nasce negli anni '40: le strutture di allora non rispettano le normative attuali a garanzia del benessere degli animali. Il progetto di raccolta fondi serve appunto a realizzare gli adeguamenti necessari per riportare gli scimpanzé», chiarisce Fiorella Saggese, responsabile della ricerca e della didattica allo zoo di Napoli. Una sorta di "Napoli for monkeys", insomma.

Molto più delle donazioni, però, sarà l'investimento privato a rendere possibile l'atteso ritorno, che sarà accompagnato da un accurato supporto didattico. «Serve una somma tra i 500mila euro e un milione: dipende da chi realizzerà i lavori», risponde l'ingegner Floro Flores. Una somma necessaria per la ristrutturazione delle vecchie gabbie, ma anche per recintare adeguatamente il giardino destinato ai nuovi ospiti. Perché, avverte il presidente del gruppo Trefin, ci vuole cautela. Molta. A dispetto di un immaginario che li vuole docili e mansueti, infatti, gli scimpanzé adulti possono essere molto aggressivi. «Sono intelligentissimi e se lasciati liberi possono anche arrivare ad attaccare l'uomo. Per questo è fondamentale che le reti siano sicure», spiega Floro Flores, con il conforto di Capasso. E fissa una scadenza: «A ottobre inizieremo i lavori». Per la prossima primavera, dunque, l'area sarà pronta ad accogliere quattro scimpanzé che si aggiungeranno agli altri otto primati (sei lemuri e una coppia di siamang) già domiciliati nel giardino di Fuorigrotta. «Con la Fondazione Banco Napoli, istituzione la cui autorevolezza aumenta credibilità del nostro investimento, abbiamo realizzato un "win to win" che ci darà molta soddisfazione», scommette l'imprenditore.

Marco Musella, vicepresidente della Fondazione Banco Napoli, sottoscrive: «Con Meridonare, la nostra startup innovativa, abbiamo lanciato una campagna di finanziamento che ci porterà gradualmente al risultato - assicura -. Lo zoo è un bene comune: è giusto che tutti diamo un contributo per renderlo sempre più vivibile e attraente».

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