Napoli, la furia dell'assassino:
ingegnere colpito alle spalle

Napoli, la furia dell'assassino: ingegnere colpito alle spalle
di Giuseppe Crimaldi
Domenica 4 Dicembre 2016, 09:15 - Ultimo agg. 9 Giugno, 13:40
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Vittorio Materazzo è stato ucciso con almeno 35 coltellate. Il suo assassino, che lunedì sera lo incrociò nell'androne del palazzo aggredendolo alle spalle, infierì su di lui con una incontenibile furia omicida. È quanto emerge dall'autopsia sul corpo del professionista eseguita ieri.

Adesso c'è un nuovo, importante appuntamento: quello fissato per le nove di mercoledì mattina nei laboratori del gabinetto regionale della Polizia Scientifica. È lì - nei saloni all'ultimo piano della caserma Iovino di via Medina - che l'inchiesta sull'assassinio di Materazzo potrebbe arrivare ad una svolta: perché solo allora inizieranno gli esami tecnici per la comparazione dei reperti acquisiti dagli investigatori con il Dna dell'unico indagato dalla Procura con l'accusa di omicidio: il fratello della vittima, Luca.

La soluzione del mistero dell'atroce delitto di viale Maria Cristina di Savoia sembra ora tutto nelle mani degli esperti della Scientifica guidata da Fabiola Mancone. L'autopsia sul corpo Ieri mattina, presso l'Istituto di Medicina legale del Secondo Policlinico, è stata eseguita l'autopsia sul cadavere di Vittorio Materazzo. La Procura ha conferito l'incarico peritale al dottor Angelo Mascolo. All'esame erano presenti anche i legali che assistono Luca Materazzo (Alfredo Sorge e Francesco Carotenuto) con i rispettivi consulenti di parte, e due avvocati (Paolo Esposito e Luigi Ferrandino) che rappresentano gli eredi della vittima, cioè i due figli e la moglie. L'autopsia ha rivelato - ammesso che ve ne fosse stato ancora bisogno - tutto l'orrore di una feroce aggressione. Aggiungendo un particolare ancor più macabro.


L'ingengere Materazzo è morto dissanguato, ma solo dopo il colpo di grazia inferto dal taglio della gola; l'elemento aggiuntivo che il medico legale ha potuto documentare è l'incredibile, efferato slncio di violenza che ha preceduto il momento finale: qualcosa come 35-40 colpi di coltello che hanno raggiunto il professionista in varie parti del corpo. All'autopsia hanno partecipato anche gli uomini della Polizia scientifica. Una presenza obbligata, la loro; perché tra i vari passaggi che hanno scandito l'esame medico legale ce n'è stato uno particolarmente delicato ai fini degli sviluppi investigativi: il prelievo di sostanze organiche rimaste sotto le unghie della vittima.


Tessuto epiteliale: cioè resti di pelle ma anche di bulbi piliferi (forse un capello), quasi sicuramente appartenenti all'assassino, con il quale Materazzo ha ingaggiato un corpo a corpo cercando di difendersi nel momento dell'aggressione. Il particolare, assolutamente inedito, delle 35-40 coltellate inferte sul corpo di Materazzo indica inequivocabilmente l'impeto furioso con il quale l'assassino si è accanito sulla vittima. Il casco e i temperini Chiuso il capitolo dell'autopsia se ne apre subito un altro. Importantissimo. Quello (atteso mercoledì) della comparazione in sede scientifica. L'inchiesta condotta dai sostituti procuratori Francesca De Renzis e Luisanna Figliolia viene coordinata dal procuratore aggiunto Nunzio Fragliasso, che si tiene in diretto e costante contatto con il procuratore Giovanni Colangelo.


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