«A Napoli record di violenze», il monito del questore Agricola

«In città livelli di criticità altissimi: noi dalla parte dei soggetti più fragili»

Il questore Maurizio Agricola
Il questore Maurizio Agricola
di Giuseppe Crimaldi
Giovedì 11 Aprile 2024, 10:30
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«La Campania detiene il triste primato nazionale in tema di atti persecutori e maltrattamenti, e Napoli con il 55,78 per cento presenta un livello di criticità altissimo. La necessità di riservare alla violenza di genere la massima attenzione nella prevenzione e nel contrasto a queste odiose forme di reati resta per noi una priorità». Nel giorno in cui si celebra il 172esimo della fondazione della Polizia di Stato, il questore Maurizio Agricola stila il bilancio delle attività svolte nell’ultimo anno e lancia due allarmi: il primo è, appunto, quello legato all’incidenza dei reati contro le persone più deboli, il secondo è riservato invece al mondo dei minori, sempre più esposti ai rischi di una violenza che sembra non avere più freni. 

I punti crifici 

È toccato a Portici quest’anno ospitare la cerimonia celebrativa, svolta nella suggestiva cornice della Reggia borbonica, presenti il prefetto di Bari, il presidente della Regione De Luca, il sindaco Manfredi, e le più alte cariche civili, giudiziarie e militari.

Nel suo discorso il questore affronta molti temi, soffermandosi in particolare sui temi della violenza di genere, «per la quale si conferma la necessità di riservare la massima attenzione: nel 2020 è stato realizzato il “Progetto scudo”, un’applicazione interforze finalizzata a ricostruire e collegare i diversi episodi che coinvolgono autori e vittime, oltre a effettuare un monitoraggio delle attività di pronto intervento.

Ma - ammonisce - è necessaria anche un’educazione ai sentimenti e all’empatia sin dai primi anni di scuola e di socializzazione per non dovere arrivare, poi, agli strumenti repressivi». Su questo fronte utili si sono dimostrati gli “ammonimenti”, strumenti che hanno anche una funzione rieducativa.

Capitolo giovani. «Parlando dei giovani - prosegue Agricola - dobbiamo considerare anche quei tanti cresciuti in fretta, schiacciati dal consumismo, costretti a fare i conti ogni giorno con una “cultura” che esalta una libertà slegata dalla responsabilità, un’emancipazione degradata ad arbitrio e ad affermazione a scapito degli altri, dove ciò che conta è l’immagine, il potere, il possesso, la forza e il denaro».

Il presidio

A 172 anni dalla sua fondazione la Polizia di Stato resta, insomma, un saldo presidio di legalità ed è in prima linea su un territorio difficile come quello napoletano, ancora fortemente compromesso dalla criminalità comune e organizzata. Agricola ricorda le “fragilità” delle istituzioni locali, esposte ai condizionamenti e alle infiltrazioni della camorra; le piaghe di usura e racket, la diffusione delle droghe, il traffico di armi. Per far fronte a tutto ciò, conclude, «è necessaria una forte azione di contrasto. Le direttrici di intervento devono essere, e sono state, da un canto la disarticolazione di tali organizzazioni e dall’altro l'erosione dei patrimoni illecitamente accumulati». 

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C’è ancora spazio da dedicare alla funzione che la Polizia di Stato dedica - in generale - per garantire la sicurezza e l’ordine pubblico. Implicito il riferimento al grave raid commesso di recente a Fuorigrotta, culminato nel ferimento di una innocente all’interno di un parco giochi per bambini. «Stiamo assistendo ultimamente a fenomeni allarmanti - ha concluso il questore - nei confronti dei quali però dobbiamo anche avere la capacità di rispondere. La capacità dello Stato si vede nella risposta che riesce a dare. Accanto alla prevenzione servono contrasto e repressione. Dare un volto al colpevole è un aspetto importante». Al termine della cerimonia sono stati consegnati i riconoscimenti al personale che si è distinto per particolari meriti di servizio, ed è stata ricordata la figura di Nicola Barbato, il poliziotto della Squadra mobile partenopea morto per le conseguenze di un conflitto a fuoco con un criminale a Fuorigrotta.

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