Maurizio Agricola questore di Napoli: «Troppi ragazzini armati, subito più controlli nella movida»

«È indispensabile puntare sulla prevenzione e sull'educazione di questi ragazzi»

Maurizio Agricola è il nuovo questore di Napoli
Maurizio Agricola è il nuovo questore di Napoli
di Giuseppe Crimaldi
Venerdì 7 Luglio 2023, 11:00
5 Minuti di Lettura

Torna a Napoli sostenuto dalla voglia di fare bene e animato da «una grande emozione», perché - spiega Maurizio Agricola, che da martedì è il nuovo questore di Napoli - «questa è la città che mi ha visto crescere professionalmente e che amo al punto da aver deciso di viverci».

Forte di un curriculum di primo livello, e di una conoscenza degli uffici di via Medina consolidata per oltre un decennio (ha diretto numerosi commissariati in città e in provincia, ma soprattutto ha lavorato a lungo alla Squadra Mobile al fianco di Vittorio Pisani, oggi Capo della Polizia) Agricola ha incontrato ieri la stampa per illustrare le linee guida del suo mandato. E non nasconde i timori per l'onda di piena che sta trascinando sempre più giovani e giovanissimi nei gorghi del male: «Mi preoccupa il fenomeno delle nuove leve della criminalità che si affacciano sul territorio alla ricerca di spazi e di visibilità e che sempre più spesso sono in osmosi con le baby gang». 

 

Qiali sono le priorità che ha messo in testa alla sua agenda?
«Le sfide che ci attendono sono tante: i conflitti sociali e l'ordine pubblico, il tifo violento, la gestione dei grandi eventi, la lotta alla criminalità organizzata e a quella cosiddetta di strada.

Su questi ultimi due fronti registriamo una crisi di rappresentatività, essendo quasi del tutto scomparse le figure storiche della camorra. Questo però non evita purtroppo il verificarsi di fiammate pericolose, come dimostra lo stesso agguato mortale avvenuto stanotte (l'omicidio, al Pallonetto di Santa Lucia, di un pregiudicato, ndr)».

Anche la camorra, a modo suo, riesce a dare il benvenuto al nuovo questore...
«Su questo delitto non posso entrare nel merito delle indagini, anche se siamo sulla buona strada per risolverlo. Più in generale, posso affermare che la nostra attenzione ai fenomeni criminali sarà costante e a trecentosessanta gradi».

Tornando ai minori che delinquono, che cosa è necessario per arginare il fenomeno?
«So di non dire cose nuove, ma ciò che è indispensabile è puntare sulla prevenzione e sulla educazione di questi ragazzi: a cominciare da famiglia e scuola, che restano due pilastri fondamentali. La Polizia di Stato fa tutto quello che può, soprattutto dal punto di vista della prevenzione. Intensificheremo gli incontri nelle scuole. Ma per sconfiggere questo fenomeno è necessaria un'azione sinergica di tanti attori ed istituzioni, specie quelli della cosiddetta società civile, da cui mi aspetto tanta collaborazione».

Sul piano operativo come vi muoverete?
«Rinforzando i dispositivi di prevenzione e di controllo nelle aree a rischio, privilegiando ovviamente anche i luoghi della movida. Circolano ancora troppe armi addosso ai ragazzi, e il fenomeno dei "piccoli boss" è veramente preoccupante».

Napoli è una realtà complessa, talvolta anche molto difficile da governare: come si fa a garantire la sicurezza in questa città?
«I problemi non si risolvono certo mettendo un poliziotto ad ogni angolo di strada, ma piuttosto illuminando le strade e riqualificando i quartieri. È in questo modo che i cittadini si sentono sicuri».

Lei prima faceva appello al senso di responsabilità di tutte le forze della società civile, che a dire il vero spesso a Napoli appare distratta e poco presente nel compiere forti scelte di campo. Come si fa a garantire un suo maggiore coinvolgimento?
«Noto con soddisfazione che Napoli negli ultimi tempi è cresciuta sotto tanti punti di vista, e per questo mi aspetto un sempre maggiore coinvolgimento e la collaborazione dei cittadini onesti, che sono grazie al cielo in maggioranza in questa città. Per quanto riguarda il mio impegno posso garantire che dedicherò ogni mia attenzione al bene che Napoli merita. L'aver già lavorato qui sarà un valore aggiunto che mi aiuterà».

Non solo camorra e babygang. Ci sono ancora tanti fenomeni di illegalità diffusa, ad esempio quello dei parcheggiatori abusivi.
«Conosco il problema e dico che su questo serve un lavoro di squadra, in coordinamento con la Polizia municipale. Da parte mia dedicherò al fenomeno la massima attenzione».

E sul tifo violento?
«Non sono preoccupato, ma è innegabile che il problema delle curve violente e di alcune sigle della tifoseria organizzata che crea talvolta problemi è spesso è legato e si coniuga con il contesto di disagio e di violenza riconducibili a quartieri ad alta vocazione criminale. Per questo terremo sotto costante monitoraggio anche questo fenomeno».

Questore, anche a Napoli persiste un'area grigia che strizza l'occhio alla criminalità organizzata: i cosiddetti colletti bianchi che sempre più spesso diventano funzionali alle mafie. Come si contrastano?
«Implementando il lavoro nel settore delle misure di prevenzione patrimoniale: qui in Questura abbiamo una squadra molto preparata e in grado di darci il polso della situazione. Non daremo tregua a chi si presta a fare questo gioco sporco». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA