Sono arrivate all'alba di questa mattina le ruspe che, alla fine, hanno abbattuto la casa a Napoli dell'attore Davide Marotta noto per lo spot “Ciribirbì Kodak” degli anni '80 e diversi film come “Il Professor Cenerentolo” di Leonardo Pieraccioni.
L'attore viveva lì con la madre quasi 90enne e disabile al 100% e con il fratello: una casa appartenente alla sua famiglia da generazioni. «Mio nonno ci andò a vivere da sposo negli anni Venti del 1900. Lì sono nati mia mamma nel 1934 e tutti i suoi fratelli: otto figli. Io la comprai nel 1993 per affetto. L'abbiamo ristrutturata, ma esternamente è rimasta com'era» ha spiegato.
La storia
Sulla casa, ex rudere dell'Ottocento, pendeva una sentenza di demolizione della procura della Repubblica di Napoli del 1999. Marotta aveva vinto nel 2022 il ricorso al Tar che aveva sospeso il diniego del Comune al condono.
Nonostante Marotta avesse presentato un nuovo ricorso contro l'abbattimento la scorsa settimana, appellandosi alla Convenzione Europea che tutela i diritti inalienabili al domicilio, sabato ha dovuto consegnare le chiavi alle forze dell'ordine.
La protesta del quartiere
Martedì 15 novembre scorso, il quartiere si era mostrato vicino alla causa Marotta, manifestando per lo stop alle ruspe al grido “Giù le mani dalla casa di Davide”: sui cartelloni “La casa è un diritto”. Grazie a questa manifestazione l'abbattimento era stato rinviato di qualche giorno, ma non è bastato.
Nonostante le proteste, i messaggi su social, televisioni e giornali, nulla è servito a fermare la distruzione della casa.