Napoli. In coma per il crollo alla Galleria. Gli amici: «Ci ha spinto alle spalle per salvarci, poi lo abbiamo visto a terra»

Napoli. In coma per il crollo alla Galleria. Gli amici: «Ci ha spinto alle spalle per salvarci, poi lo abbiamo visto a terra»
di Ferdinando Bocchetti
Domenica 6 Luglio 2014, 09:12 - Ultimo agg. 09:52
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MARANO. «Ci siamo sentiti spingere alle spalle. Poi un rumore sordo, una gran botta. Il tempo di voltarci e il nostro amico era già a terra, riverso in una pozza di sangue». È la testimonianza, drammatica, degli amici di Salvatore Giordano, il 14enne di Marano che ieri - assieme ad un gruppo di suoi coetanei - passeggiava lungo via Toledo quando è stato travolto da un masso staccatosi dalla galleria Umberto.











E così quello che doveva essere uno spensierato sabato pomeriggio, per undici adolescenti di Marano, si è trasformato in un incubo. Scossi, fortemente colpiti da quanto accaduto, hanno provato a ricostruire la dinamica dell'incidente, raccontata in seguito anche alle forze dell'ordine intervenute sul posto. «Eravamo divisi in due gruppi - raccontano Francesco, Simone e Gennaro - Eravamo in quattro accanto a Salvatore e procedevamo in direzione di piazza del Plebiscito. Volevamo raggiungere a piedi la zona del lungomare, magari fermandoci in qualche bar della zona per assistere a qualche minuto della gara dei Mondiali Argentina-Belgio. Anche sette giorni prima c'eravamo organizzati allo stesso modo, anche se in quell'occasione Salvatore non si era aggregato al nostro gruppo».











Poi il racconto dei ragazzi si arricchisce di ulteriori e drammatici particolari: «Credo che si sia in qualche modo reso conto di quello che stava per accadere e abbia tentato di allontanarci dal pericolo - aggiunge Francesco, il ragazzino colpito da alcuni detriti e che ha riportato anche escoriazioni al braccio -. Mi sa che si è accorto delle pietre che si staccavano da lì sopra mentre si specchiava nello schermo del suo telefonino per aggiustarsi i capelli. Eravamo nei pressi della galleria Umberto, quando mi sono sentito spingere con forza verso la strada. Ero quello più vicino a Salvatore. Mi sono voltato, l'ho visto a terra e mi sono precipitato verso di lui. Gli ho chiesto come si sentisse, ho cercato di scuoterlo, ma lui non rispondeva alle mie sollecitazioni. Aveva gli occhi sbarrati e attorno a lui c'era molto sangue. Dopo pochi secondi si sono avvicinati alcuni passanti, che mi hanno allontanato ed hanno allertato i soccorsi».





I ragazzi erano partiti da Marano intorno alle 17, facendo prima tappa alla stazione metro di Chiaiano, per poi procedere fino a via Toledo. Da lì, tra uno scherzo, uno sfottò e qualche occhiata alle vetrine di via Toledo, si sono incamminati verso piazza del Plebiscito. Prime uscite tra adolescenti, insomma, lontano dalla città in cui risiedono e dagli sguardi attenti dei loro genitori. Quelli di Salvatore sono molto noti in città, in quanto titolari di un esercizio commerciale.



«Di solito frequentiamo qualche pub o pizzeria della nostra città - spiegano gli altri amici - Da qualche settimana, approfittando delle vacanze, avevamo deciso di spostarci al Vomero e, in qualche occasione, al centro di Napoli. Eravamo entusiasti per aver appena ultimato gli esami di terza media, superati con ottimi voti. Un motivo in più per festeggiare ma soprattutto per stare ancora insieme, visto che a settembre non tutti frequenteremo lo stesso istituto superiore».



Nel gruppo partito da Marano non c'erano ragazze. I dieci adolescenti e i loro genitori sono rimasti per tutta la sera al Loreto Mare, nell'attesa di ricevere notizie positive sulle condizioni del loro amico.
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