Dopo una prima ispezione all'interno del peschereccio che ha dato esito negativo, il corpo è stato individuato la sera del 19 ottobre tra le reti ammassate nel relitto e recuperato da una ditta privata, finanziata con fondi della Regione Campania, con l'assistenza della Capitaneria di Porto di Gaeta. I familiari, assistiti dall'avvocato Vincenzo Propenso, hanno poi riconosciuto l'uomo, il cui corpo era in stato di decomposizione, dagli effetti personali. Sulla salma è stata eseguita l'autopsia. A chiedere nei mesi scorsi un intervento celere per il recupero, era stata la moglie che dice: «Finalmente potrò dare a mio marito una degna sepoltura».
La donna il 15 agosto partecipò alla processione religiosa della Madonna Assunta insieme con i familiari.
E pochi giorni prima la giunta regionale della Campania deliberò il finanziamento di 73mila euro per il recupero del relitto. A bordo del peschereccio oltre a Giulio Oliviero, c'erano Khalifa e Saipeddine Sassi, padre e figlio, entrambi marinai tunisini. I loro corpi furono ritrovati nei pressi del natante pochi giorni dopo l'affondamento