Ventidue anni, una passione sfrenata per la fotografia. Gli studi all’Accademia di Belle Arti di Napoli, poi i primi shot fotografici, cominciati quasi per gioco, tra gli amici. Ritratti, immagini dinamiche, la cura del dettaglio. Tutti particolari che hanno trasformato una passione in un lavoro, fino a ritagliarsi un piccolo spazio (e un discreto seguito) come fotografa free-lance.
Viveva a Fuorigrotta Livia Barbato, la ragazza tragicamente deceduta in un incidente automobilistico questa notte sulla tangenziale.
Su Internet c’è tutta la vita di Livia, le sue passioni, le foto con gli amici, gli autoscatti e i lavori. Su Facebook, dove si firmava come Lilly Bartok, ci sono le sue fotografie, seguite da numerosi apprezzamenti. Stessa situazione per la sua pagina fan, sullo stesso social network, e sui siti dedicati, dove le immagini personali e con gli amici lasciavano spazio ai lavori, aggiornati continuamente. E poi i viaggi, in Campania e in tutta Italia, per seguire le manifestazioni dove Livia poteva scattare per soddisfare quella passione che era diventata un lavoro.
L’eredità di una ragazza che, da chi la conosceva e aveva visto il suo modo di lavorare, veniva definita come tra le più promettenti del panorama locale.