Napoli, ospedali più protetti e meno caos e violenza: «Decisivi i drappelli»

Presidi di polizia istituiti un anno fa: ecco il bilancio nelle corsie di frontiera

Un presidio di polizia
Un presidio di polizia
di Ettore Mautone
Giovedì 14 Dicembre 2023, 23:40 - Ultimo agg. 16 Dicembre, 07:20
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Aggressioni e violenze in corsia, operatori sanitari nel mirino, ma la cura Piantedosi, con l’istituzione dei drappelli, sembra mostrare la propria efficacia. Intanto, la voce del Cardarelli arriva a Montecitorio, dove ha avuto luogo un dibattito per iniziativa del vice presidente della Camera dei deputati Giorgio Mulè. All’incontro sono intervenuti il sottosegretario del Ministero della Salute Marcello Gemmato, i direttori generali del Cardarelli di Napoli, del Niguarda di Milano, dell’ospedale Città della Salute di Torino, del Sant’Andrea di Roma e Alessandro Giuliano capo della Direzione centrale anticrimine della Polizia di Stato.

La discussione ha evidenziato come le aggressioni ai sanitari siano un fenomeno che accomuna tutti i grandi ospedali italiani e come vi sia stato un incremento delle violenze a danno di medici ed infermieri dopo la pandemia ma con alcune specificità: se nelle città del nord le cause si legano soprattutto all’esasperazione dell’utenza a fronte di code eccessive e affollamenti record al sud e a Napoli e provincia in particolare, pesa anche il contesto sociale.

Anche la comunicazione di un decesso di pazienti con gravi patologie spesso scatena reazioni violente e odiose “spedizioni punitive” agli incolpevoli camici bianchi e ci sono poche denunce per la paura di ritorsioni. Al Cardarelli è stato istituito un protocollo ad hoc che, in caso di morte del malato prevede di allertare prima la guardiania e se necessario anche le forze dell’ordine, di spostare il paziente in obitorio per poi avvertire i familiari dell’esito infausto. Tutto questo non aiuta di certo il personale medico, infermieristico e tecnico già gravato da grandi carichi di lavoro, responsabilità e difficoltà e alimenta la diserzione dei concorsi e la fuga dai reparti. 

 

I drappelli di polizia - istituiti dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi a partire dal marzo di quest’anno nei principali ospedali di Napoli e nei più grandi pronto soccorso del Paese - hanno mitigato solo in parte questo grave fenomeno. Al Cardarelli, dall’inizio del 2023, sono stati 50 gli interventi delle forze dell’ordine richiesti per aggressioni al personale sanitario (infermieri, operatori Oss, tecnici e medici) un dato più o meno stabile rispetto all’anno precedente. Quasi la metà, tuttavia, non si sono consumate in pronto soccorso, il più presidiato in termini di guardiania e di polizia (sebbene il Cardarelli non abbia il drappello, vista la presenza di un posto di polizia nel piazzale antistante l’ingresso dell’ospedale) ma nelle retrovie, nei padiglioni e nei reparti. L’ultimo caso una settimana fa in Medicina interna: un pugno in pieno volto rimediato dal primario. L’aggressore, il familiare di un paziente che contestava al medico la presenza di un paziente Covid in reparto, sebbene questo fosse confinato in una stanza a isolamento. «È indispensabile rompere la solitudine in cui si viene a trovare il personale sanitario a seguito di un’aggressione – ha sottolineato Filomena Liccardi – direttore del Pronto soccorso del Cardarelli –, l’aggredito si trova a dover denunciare in prima persona per poter dare maggiore peso all’evento e deve pagare di tasca propria la consulenza legale; vive la paura di ripercussioni ulteriori ai propri danni e dei propri familiari per la denuncia fatta. Come operatori sanitari chiediamo una maggiore tutela mentre lavoriamo». Il Cardarelli proprio in questi giorni ha avviato un protocollo interno che prevede la denuncia anche anonima da parte dei sanitari per episodi di violenza o aggressioni anche solo verbali, subite durante il proprio lavoro. Il percorso prevede anche uno specifico supporto psicologico in favore del personale aggredito. 

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«Come Direttori generali – ha aggiunto il manager Antonio D’Amore che è anche vicepresidente Fiaso - chiediamo di essere messi nella condizione di poter stare più vicino ai nostri colleghi aggrediti, per poter garantire loro maggior supporto. Circostanza che oggi la norma non prevede». Nei presidi della Asl Napoli 1, il drappello di polizia è stato istituito delle 7 del mattino all’una di notte al Pellegrini e dalle 9 alle 23 all’Ospedale del mare, ma «in ogni pronto soccorso abbiamo telecamere con registrazione e collegamento telefonico diretto con sale operative di Polizia e Carabinieri», spiega il manager Ciro Verdoliva. Al Pellegrini, la situazione è migliorata grazie alla presenza del drappello. «Bisogna estendere questi presidi», conclude Manuel Ruggiero medico del 118 che cura la pagina Facebook Nessuno tocchi Ippocrate. 

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