Napoli. Treno Circum deragliato, quel tratto è ancora a rischio | Video e foto

Napoli. Treno Circum deragliato, quel tratto è ancora a rischio | Video e foto
Venerdì 18 Luglio 2014, 17:54 - Ultimo agg. 19:43
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Un video, registrato all’interno della cabina di guida di un treno Metrostar segnala un presunto ritardo nella indicazione dei codici Atp, quelli del dispositivo di protezione automatica della marcia, nei pressi della galleria del Pascone, la stessa dove la mattina del 6 agosto 2010 deragliò l’Etr 526 della Circum causando due morti e cinquantasette feriti.



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Dal video sono visibili i codici che indicano la velocità massima, il codice 120 indica che il treno viaggia a 60 chilometri orari nel tratto in cui vige l’obbligo di rallentare e quasi dimezzare la velocità.





L’indicatore è evidenziato all’uscita della galleria quando, secondo gli esperti, sarebbe troppo tardi rallentare la corsa. Il dispositivo di sicurezza vale a evitare rischi nel caso in cui il macchinista non fosse in grado, per un malore, una distrazione o altro, di rispettare i limiti di velocità stabiliti in specifici tratti dei percorsi ferroviari. La segnalazione potrebbe essere utilizzata dalla difesa del macchinista che è attualmente sotto processo per il deragliamento di quattro anni fa. L’avvocato Sergio Cosentini, che assiste Giancarlo Naso, unico imputato per il disastro ferroviario avvenuto nella curva all’uscita della galleria in zona Gianturco, informato dell’esistenza di questo video valuterà se chiederne l’acquisizione agli atti del processo.



Nell’ultima udienza del dibattimento, istruito dinanzi ai giudici della sesta sezione penale, i riflettori sono stati puntati sui risultati della consulenza che la Procura affidò, durante la fase delle indagini, a un ingegnere esperto nel settore ferroviario In particolare sui sistemi automatici di sicurezza e ci si è soffermati sul cosiddetto Atp. Rispondendo alle domande del pubblico ministero prima e della difesa del macchinista imputato poi, il consulente ha messo in evidenza come dai sopralluoghi e dagli accertamenti svolti nel luogo del deragliamento, sia emerso che sarebbe bastato un intervento che avrebbe richiesto due giorni di lavoro per la variazione della distanza di captazione dei codici che rilevano la velocità dei treni in transito. Secondo la difesa del macchinista, questo particolare segnerebbe una svolta nella ricostruzione dei fatti aprendo a una eventuale ipotesi di concause all’origine dell’incidente. Si vedrà. Il processo è aggiornato a ottobre per l’esame di altri testimoni.



E’ un processo tecnico, basato soprattutto sugli esiti degli accertamenti degli esperti sui luoghi della tragedia e sul treno, l’Etr 526, uno dei più nuovi all’epoca.
Faceva la tratta San Giorgio a Cremano-Napoli. Era il treno dei pendolari, degli studenti e delle casalinghe che dalla periferia si spostavano in centro. Sessanta tonnellate, tre vagoni. Balzò oltre i binari nella curva appena fuori la galleria del Pascone. Si piegò su un lato scaraventando i passeggeri contro le lamiere. Per quella tragedia la Procura aveva inizialmente ipotizzato delle concause e esteso le indagini allo stato della sicurezza del traffico ferroviario in quel punto indagando tre dirigenti all’epoca ai vertici dell’azienda, poi prosciolti in udienza preliminare.






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