Travolge e uccide due ragazzi a Napoli: era drogato, ma non va in carcere

Francesco e Lucia, 22 e 20 anni, investiti sullo scooter in via Terracina

Via Terracina, lo scooter travolto dall'auto
Via Terracina, lo scooter travolto dall'auto
Leandro Del Gaudiodi Leandro Del Gaudio
Mercoledì 22 Novembre 2023, 23:33 - Ultimo agg. 24 Novembre, 07:31
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Quella notte aveva sniffato cocaina e aveva bevuto vino. Non ha avuto esitazione a montare su un’auto presa in leasing e a sfrecciare a tutta velocità, completamente incurante per la vita degli altri. È così che ha travolto e ha ucciso due ragazzi, entrambi in sella a uno scooter, che viaggiavano a bassa velocità, mantenendo rigorosamente la destra. È questa la ricostruzione che ha spinto il giudice Federica De Bellis a firmare un ordine di arresti ai domiciliari nei confronti del responsabile della morte di due giovani poco più che ventenni. L’indagato si chiama Dario Lenci, classe 1989: dovrà rispondere di duplice omicidio stradale, per giunta aggravato dall’aver assunto droga e alcol prima di mettersi alla guida; le due vittime si chiamavano Francesco Altamura, che aveva appena 23 anni; e Lucia Morra, di soli 20 anni. Entrambi erano in sella a una Yamaha X City e, vista la velocità del bolide guidato da Lenci, non hanno potuto fare niente per salvarsi.

Un episodio drammatico, quello dei due ragazzi uccisi, che risale alla notte tra il 30 settembre e il primo ottobre scorsi, in via Terracina. Una strada usata come un rally da Lenci, a leggere la ricostruzione degli inquirenti. Inchiesta condotta dal nucleo antinfortunistica della polizia municipale, sotto il coordinamento del pm Stella Castaldo, che al termine della sua ricostruzione si era spinta a chiedere gli arresti in carcere per l’assassino al volante.

Per il gip, invece, nonostante la gravità dell’evento, bastano i domiciliari a carico dell’indagato. Mano morbida per un soggetto che non era completamente sconosciuto alle forze dell’ordine e al sistema giudiziario italiano. Anzi. Anni fa era stato trovato in possesso di cocaina, ma non fu condannato per spaccio: fu assolto, perché la droga venne ritenuta di uso personale. Una pacca sulla spalla e tante scuse. 

Ma torniamo alla notte di via Terracina. Scrive il giudice, alla luce dei filmati rinvenuti: uno dei due corpi, probabilmente quello della ragazza, viene sbalzato talmente in alto da roteare quattro volte in cielo, prima di cadere a terra. Una ricostruzione che ha spinto il pm Castaldo a usare toni durissimi: «La gravità dei fatti emerge dalle stesse modalità della condotta, tremende e raccapriccianti. La folle corsa di Lenci, e la condotta assunta anche dopo, sono sintomo ed espressione di sentimenti di totale disprezzo e noncuranza per la vita umana. E di un senso di onnipotenza che lo induceva a persistere nella inspiegabile corsa ad alta velocità contro il veicolo». 

Uno scenario sul quale ora bisogna attendere la versione dell’indagato. Difeso dai penalisti Antonio Abet e Gandolfo Geraci, Lenci quella notte rimase immobilizzato per qualche minuto nell’auto, per altro incastrata nel fusto di un palo della corrente. Poi chiamò l’ambulanza, pregando di fare presto, perché c’erano due ragazzi a terra e in difficoltà. Una volta raggiunto dalle forze dell’ordine, in particolare dagli agenti della municipale, «l’autista mostrava segni evidenti di alterazione psichica, puntualmente confermati dalle analisi di primo e di secondo livello». Vino e cocaina, nella notte culminata nell’omicidio di due ragazzi. Due vite distrutte da una «condotta tremenda e raccapricciante», come si legge nella richiesta di arresto del pm. Ora si attende la versione dell’indagato. Lunedì mattina alle dieci, l’interrogatorio di garanzia, in un confronto che ruota attorno alla follia di un sorpasso a tutta velocità, dopo aver assunto droga e aver bevuto alcol. Uno scenario che potrebbe spingere gli inquirenti a fare appello, per ottenere gli arresti in cella dopo l’applicazione dei domiciliari. Vicenda drammatica, per la giovane età dei due ragazzi travolti, che conferma la pericolosità delle strade di Napoli, spesso prive di dissuasori in grado di tutelare pedoni, centauri e automobilisti.

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Stando alle testimonianze raccolte da Il Mattino, i due ragazzi avevano trascorso una serata di relax assieme, all’insegna della pura spensieratezza. Francesco e Lucia erano stati al cinema, per poi decidere di tornare a casa. Avevano il casco, guidavano nella carreggiata giusta, avevano una velocità decisamente moderata. Si legge nell’informativa firmata dal nucleo antinfortunistica della Municipale, agli ordini del comandante Muriano: «Alla luce della dinamica dello scontro, ma anche della velocità dell’auto guidata da Lenci (una Audio Rs4 proveniente da via Cinthia), non c’era alcuna possibilità per il conducente dello scooter di deviare in modo da evitare l’impatto». Resta il dolore per la morte di due ragazzi uccisi nel fiore degli anni, la rabbia per l’incapacità dello Stato (a dieci anni dall’entrata in vigore delle norme sul delitto stradale) di tutelare chi rispetta le regole; ma anche per un sistema giudiziario incapace di impedire a un sedicente cocainomane di guidare come un folle e di uccidere due ragazzi. 

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