Napoli. Sanità, la sfida dei 12 killer che vogliono riprendersi i vicoli. Il gip: «Giovani e spietati»

Napoli. Sanità, la sfida dei 12 killer che vogliono riprendersi i vicoli. Il gip: «Giovani e spietati»
di Viviana Lanza
Mercoledì 27 Aprile 2016, 08:32 - Ultimo agg. 08:34
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Sono una dozzina e hanno più di un motivo per avercela con chi ostacola il loro piano di espansione nel rione Sanità. Il loro capo ne avrebbe anche uno personale se è vero, come ha raccontato il pentito Maurizio Prestieri, ex ras del rione Monterosa, che uno zio di Walter Mallo fu vittima di una lupara bianca quando i Lo Russo decisero di eliminare, sul finire degli anni Novanta, tutte le persone di fiducia di Costantino Sarno che nel frattempo aveva iniziato a collaborare con la giustizia. Rancore e ambizione li caricano più della cocaina. «Ci prendiamo la Sanità» urlano. «Dobbiamo far sentire che ora ci siamo noi».

E via, in sella a moto e scooter veloci seminando terrore in strade e vicoli. Hanno cominciato con le scorribande armate dal Rione Don Guanella, la loro roccaforte: un mese fa si fecero vedere nella zona del mercatino rionale e si fecero notare sfrecciando a tutta velocità tra le bancarelle, pistole in pugno. Ora mirano al centro storico dove con l'omicidio Esposito hanno perso un riferimento nel ras, e da dove sono stati allontanati mesi fa e dove intendono ora prendere il controllo dello spaccio di stupefacenti per estromettere i Capitoni, cioè i Lo Russo.Hanno una grande facilità nel procurarsi armi di ogni tipo. Proverrebbero dal loro arsenale le mitragliette sequestrate nei giorni a cavallo della sparatoria contro la caserma dei carabinieri di Secondigliano, circa una settimana fa. Fanno le «stese», cioè piombano in strada sparando colpi in aria, per lanciare messaggi intimidatori agli avversari o a chi ancora stenta a decidersi di passare dalla loro parte. Le stese sono la loro tattica militare. Gli accordi con i boss ancora in circolazione della zona nord di Napoli e provincia (Frattamaggiore e Villaricca) sono invece il modo con cui si stanno costruendo una rete di contatti e appoggi per completare la scalata criminale. In mezzo ci sono gli affari, droga soprattutto. Perché è per lo spaccio che il rione Sanità è tornato ad essere una polveriera, teatro di una guerra di successione e di posizione. Faida tra vecchi e nuovi gruppi. Nel provvedimento con cui ha firmato il nuovo recente arresto di Carlo Lo Russo, il giudice Francesca Ferri scrive: «Si è ucciso e si continua a uccidere nella pubblica via, in piazza Sanità o in via Janfolla, alle quattro del pomeriggio o alle nove del mattino. Non importa chi sia in strada, non interessa di essere visti, nessun valore ha la vita di innocenti o di altri pregiudicati: l'unica cosa che conta è l'obiettivo, da colpire a ogni costo. Come kamikaze dell'Isis, si uccide senza preoccuparsi della vita e del dolore».

Uccidono così.Sono una dozzina e sono tutti killer, dicono gli inquirenti dell'Antimafia che indagano sul clan emergente dei Mallo seguendo un filo rosso sangue che si stenderebbe dal Don Guanella alla Sanità. Puntavano al centro storico anche quando, dopo il maxiblitz contro i clan di Forcella della scorsa estate, il gruppo Sibillo-Giuliano fu costretto ad arretrare nella lotta contro i Vastarella e i fedelissimi dei Mazzarella. Furono costretti a fermarsi e fare un passo indietro quando a novembre scorso fu ammazzato Pietro Esposito, uno che dopo il carcere era tornato al suo rione e potrebbe essersi reso pedina fastidiosa in uno scacchiere nuovo, uno a cui dieci mesi prima gli avevano ucciso il figlio Ciro. I Mallo pare fossero in buoni rapporti con gli Esposito e pare che a volerli fuori dalla Sanità siano stati i Vastarella, famiglia storica della zona che nel frattempo aveva riabbracciato alcuni dei suoi appena usciti di galera. È in un intricato groviglio di eventi, interessi e ambizioni criminali, rancori e vendette che si cerca il bandolo della matassa per fare luce sui recenti fatti di sangue in città.

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