Napoli. Due furti in tre giorni: razziati
computer, video proiettori e schermi

Napoli. Due furti in tre giorni: razziati computer, video proiettori e schermi
di Giuliana Covella
Giovedì 20 Luglio 2017, 17:09
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Due furti in tre giorni alla “Time out service”. Nel mirino dei delinquenti è finita la scuola di formazione di corso Umberto I a Napoli. Secondo le prime indagini nella notte di lunedì e in quella di mercoledì i malviventi avrebbero portato via 15 computer, un video proiettore, 2 maxi schermo, 4 tablet ed altre attrezzature per un valore complessivo di oltre 20mila euro. Un danno ingente per il giovane imprenditore Enrico Ditto, titolare della scuola, molto noto nel settore.


«Sono sconvolto - racconta - non tanto per i 15 computer, per il video proiettore e i maxi schermo, ma soprattutto per i pc della segreteria che contengono la documentazione relativa ai corsi della Regione Campania, oltre ad altri atti. Non ho idea di chi possa essere stato. Sono rimasto di sasso quando - aprendo la porta della scuola - ho visto l’aula senza più i computer e tutte le stanze sottosopra, mi è mancato per un attimo il respiro, i computer sono l'anima della scuola, ma poi addirittura due volte in tre giorni». Questi furti non hanno tuttavia intaccato la voglia di Ditto di riprendere le lezioni: «siamo pronti a rimboccarci le maniche e riorganizzare la scuola grazie anche a tutto lo staff, che subito si è adoperato per riavviare le attività, dato che siamo dei professionisti e una grande famiglia. Di certo non sarà facile, è stato un brutto colpo, ma mi rialzerò».



«Credo nella mia città e nelle istituzioni - ha aggiunto l’imprenditore - questi atti delinquenziali ti lasciano di certo tanta rabbia, ma confido nelle forze dell’ordine ed auspico che possano ritrovare le apparecchiature o almeno alcuni computer fondamentali per la scuola, come quello della segreteria». Intanto le forze dell'ordine stanno monitorando le telecamere della zona per cercare degli indizi. «Ma resta il fatto che imprenditori, commercianti e residenti sono prigionieri della criminalità»,  dichiara Enrico Cella, presidente dell'associazione Vivere il Quartiere. 
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