Perinetti, morta la figlia Emanuela: «Uccisa dall'anoressia, s'è lasciata spegnere»

​«Torni a casa con la mamma oppure vieni col papà a Trigoria?»

Emanuela e Giorgio Perinetti
Emanuela e Giorgio Perinetti
Venerdì 1 Dicembre 2023, 15:15
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Giorgio Perinetti attuale direttore tecnico dell'Avellino e storico dirigente del calcio italiano, che ha lavorato
in varie piazze calcistice, quali Napoli, Roma e Juventus, ha rilasciato una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport, in merito al dramma che ha colpito la sua famiglia mercoledì scorso. 

Emanuela Perinetti, primogenita di Giorgio, si è spenta mercoledì 29 novembre all'ospedale Fatebenefratelli di Milano, - nel quale era stata ricoverata dopo una caduta in casa - a soli 34 anni.

«Non riusciamo a capire perchè si sia lasciata spegnere così», si rammarica il padre. 

Emanuela era una brillante manager e influencer, che si occupava di marketing applicato allo sport e si era costruita negli anni una reputazione importante in quest'ambito, tanto da essere considerata tra le 150 donne più influenti nel mondo digital italiano. Ma Emanuela combatteva da lungo una battaglia contro l'anoressia «Da tempo stava lottando contro l'anoressia - spiega Giorgio Perinetti - Lei si preoccupava per me, e mi diceva che tutto andava bene.

I professionisti che la seguivano le piacevano, ma forse lo diceva solo per tranquillizzarmi, perché quello preoccupato ero io».

Le parole di Emanuela avevano tranquillizzato il padre, che pensava la situazione stesse migliorando «Martedì mi hanno chiamato - ad Avellino -, venerdì sarei dovuto tornare da lei per fare il punto», purtroppo il padre non è arrivato in tempo per darle l'ultimo saluto, in ospedale ad attendero c'era già Chiara, la sorella di Emanuela. «Non riusciamo a capire, non riusciamo a capire - ripete Perinetti -, i medici hanno fatto il possibile, sono stati bravissimi».  

Nell'intervista Perinetti lascia un piccolo spazio a dei dolci ricordi del tempo trascorso con la figlia quando era bambina, nel periodo in qui si trovavano a Roma. «Da bambina mi aspettava dopo le partite, con gli occhi imploranti. Io dicevo: torni a casa con la mamma oppure vieni col papà in pullman fino a Trigoria? Risposta scontata, veniva con noi e stava sulle gionocchia di Aldair e gli altri a giocare». 

Dalle parole di Perinetti traspirano tutto l'orgoglio e la stima che provava verso la figlia «Amava il suo lavoro, era felice. Le avevo detto una promessa fatta alla mamma per vederla guarire e lei mi diceva che ce l'avrebbe fatta. Invece l'altro giorno, quando mi ha detto che aveva parlato con lei, ho capito che no c'era più niente da fare. E da allora mi chiedo come sia possibile spegnersi così, senza nessun problema economico, professionale o sentimentale», conclude così papà Giorgio.

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