Strage per i panni stesi, gli ultimi istanti prima della resa di Giulio Murolo | Video

Giulio Murolo al momento dell'arresto
Giulio Murolo al momento dell'arresto
di Claudia Procentese
Martedì 19 Maggio 2015, 18:42 - Ultimo agg. 21:57
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NAPOLI - Sono attimi di terrore quelli registrati nel video che da alcune ore gira su Facebook e ritrae Giulio Murolo negli ultimi concitati istanti che precedono la sua resa. Il tam tam della rete riporta la memoria a quel tragico pomeriggio di venerdì scorso. Le immagini mostrano gli agenti che salgono sul terrazzo dell’abitazione dell’infermiere cecchino che si è barricato in casa, dopo aver ammazzato il fratello e la cognata, e sparato fatalmente al capitano dei vigili urbani Francesco Bruner e al cuoco Luigi Cantone. I poliziotti cercano di convincerlo a cedere le armi. “Giulio è tutto a posto, esci” urla uno di loro per tranquillizzarlo. Il filmato si interrompe quando chi sta girando il video, rifugiatosi all’interno di un appartamento vicino, comprende che Murolo si è arreso.

Daniele Andro ha vent’anni e fa il pasticciere.

Venerdì intorno alle 15 ha finito il suo turno in laboratorio e, indossando ancora il camice bianco, prima di tornare a casa, va a giocare la schedina di Totocalcio. “All’improvviso lungo via Napoli Capodimonte da lontano vedo gente che scappa, un fuggi fuggi generale - racconta -. Continuo a percorrere la strada, non riuscendo a capire cosa stia succedendo. Poi mi sono sentito sparare addosso”. Daniele alza lo sguardo e resta impietrito. “Un uomo sta al primo piano di un balcone e con un fucile fa fuoco a raffica sui passanti - aggiunge -. Si gira verso di me e mi punta, ma l’arma si inceppa. Ho il tempo di rifugiarmi in un palazzo, proprio affianco a quello del killer. Un ragazzo, che non smetterò mai di ringraziare, mi dà le chiavi della cantina ed io scendo giù. Sono stato qui per circa un’ora, chiuso dentro, mi mancava l’aria, non sapevo cosa fare, sentivo che fuori si continuava a sparare”. Nel frattempo, infatti, sono giunte sul posto le forze dell’ordine che hanno accerchiato lo stabile ed hanno cominciato una lunga trattativa con Murolo per indurlo alla resa. “Ad un certo punto, arrivata la polizia, alcuni agenti - continua Daniele ancora sotto choc - mi scortano al piano superiore perché dicono che è più sicuro. È qui che comincio a girare il video. Solo dopo capisco che è la casa del nipote del folle. Dentro ci sono persone che piangono, sporche di sangue, c’è una ragazzina che ha assistito alla morte dei genitori”. A questo punto il tempo si ferma. Per tutti. “Non ho mai avuto così paura in vita mia - dice Daniele -, non dormo più da quel giorno. I minuti passano, ma lui niente non vuole arrendersi, anzi ha intenzione di far saltare la palazzina in aria con le bombole del gas. Poi, finalmente, dopo spari, urla e attimi di silenzio interminabili, esce sul ballatoio e si consegna ai poliziotti”. Daniele si interrompe nel suo racconto, respira profondamente. “Solo adesso riesco a realizzare che non è stato tutto un film - sussurra con la voce che tradisce sgomento per l'esperienza vissuta -, ma sono un miracolato”.

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