Tangenziale di Napoli, dopo i lavori un parco in dono alla città

Nel 2025 la chiusura dell'ultimo dei cantieri

Viaggio nel cantiere Tangenziale
Viaggio nel cantiere Tangenziale
Paolo Barbutodi Paolo Barbuto
Venerdì 21 Luglio 2023, 07:00 - Ultimo agg. 22 Luglio, 09:45
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Gli uffici nuovi della Tangenziale sono tutte vetrate sul mondo circostante, Luigi Massa ne va fiero: orgoglioso bacolese, in sella alla società dal 2020 come Amministratore Delegato, s'è dato la missione di aprire alla città il mondo, a volte misterioso, della Tangenziale «ecco, le vetrate che sono ovunque in questi uffici, rappresentano la nostra voglia di essere trasparenti nei confronti di Napoli».

E siccome la glasnost è ufficialmente varata, parte subito la domanda, velenosa, sul pedaggio che a Napoli non sopporta nessuno. Massa accoglie la provocazione con classe: racconta che quell'euro lasciato al casello si spacca in mille monetine che diventano tasse, tributi, pagamenti di concessione, stipendi, manutenzione. Poi sorride e chiede: «Senza pedaggio, e quindi senza manutenzione, che ne sarebbe oggi di questa strada determinante per la viabilità di Napoli?». La domanda è retorica, il sorriso che l'accompagna è sornione.

Sul maxischermo che sta nel cuore degli uffici, gira senza soluzione di continuità un video che racconta le prime fasi dei lavori di ammodernamento: «Serve a ricordarci la nostra missione - si fa serio l'amministratore - serve a spiegare a ciascuno di noi che il nostro fine unico è fare in modo che la Tangenziale sia sempre confortevole e, soprattutto, sicura». 

Siccome la questione vira sulla vicenda dei lavori attualmente in corso, bisogna assolutamente fare tappa al campo base del cantiere, in via Pigna. È una piccola città immersa nella polvere, che accoglie 150 operai che si alternano giorno e notte, dove la sicurezza è un mantra che nessuno può dimenticare, nemmeno i 40 gradi all'ombra consentono di lasciare a terra i caschetti di protezione.

Gli accompagnatori ufficiali sono il responsabile «Operation» di Tangenziale Antonio Iannaccone e il direttore dei lavori Pietro Moretti, i ciceroni sono Emanuele Caira, Rup per i viadotti e Vincenzo Grassia, rup per le gallerie.

Per capire come funziona il meccanismo dei lavori bisogna risalire uno dei piloni dello svincolo Vomero e ritrovarsi con la testa sotto l'asfalto dove corrono le auto: i piloni vengono rinforzati con una camicia di cemento armato, il manto stradale sostenuto con gigantesche applicazioni di acciaio doppio due dita. Nelle gallerie si procede in maniera diversa: viene «grattata» una parte della copertura della volta e delle pareti laterali, l'intera galleria viene rinforzata con reti di vetroresina sulla quale si spruzza una nuova copertura di cemento. Tutte queste operazioni servono ad adeguare l'infrastruttura alle nuove norme anche se tutti si affannano a ripetere che «la Tangenziale è già sicura adesso, non c'è nessuna situazione emergenziale». 

La cittadella degli operai si trova ai piedi della vallata verde che digrada da via Cilea verso via Pigna. Era una foresta di rovi e vegetazione incolta, adesso ci sono i percorsi per consentire agli operai di raggiungere i piloni, alla fine degli interventi subirà una profonda trasformazione: «L'area appartiene al Comune di Napoli - spiega con entusiasmo l'Ad Massa - la restituiremo all'Amministrazione, ma prima la trasformeremo in un'area verde dove sarà possibile passeggiare, fermarsi, giocare, rilassarsi. Ovviamente sarà Palazzo San Giacomo a decidere cosa farne. Noi la restituiremo dopo la profonda risistemazione, pronta a diventare un parco pubblico a disposizione di tutti i napoletani». 

La Tangenziale, 20 km totali e 14 svincoli, è ufficialmente la via più percorsa dai napoletani con circa 240mila passaggi al giorno. Per i lavori attualmente in corso è previsto uno stanziamento da 200 milioni di euro, la chiusura dell'ultimo dei cantieri, che hanno preso il via a settembre del 2022, è stimata dopo tre anni. Bisognerà attendere, insomma, fino al 2025 per ritrovare la Tangenziale totalmente rinnovata e adeguata alle norme più recenti sulla sicurezza. In tutto questo periodo proseguiranno le chiusure notturne, programmate, che servono soprattutto a garantire gli interventi nelle gallerie e quelli (pochi) sul manto stradale che non possono eseguiti risalendo i piloni dal basso. 

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In realtà il progetto è più ampio rispetto al semplice adeguamento alle nuove norme sulla sicurezza delle strade. Viene realizzata una nuova illuminazione a raso (già installata sul viadotto Capodichino) che permette di eliminare gli invadenti pali, si progettano nuove porte d'uscita per sperimentare il conto targa (una tecnologia che consente di addebitare i costi del transito semplicemente leggendo i numeri della targa del veicolo già registrato), si studia la possibilità di offrire una postazione fissa ai vigili del fuoco all'altezza di Capodimonte, con possibilità di accesso diretto al quartiere della Sanità.

Poi ci sono i progetti per la stazione Arenella e per quella della zona Ospedaliera. Arenella dovrà diventare totalmente autosufficiente sul fronte energetico grazie, soprattutto, al fotovoltaico. Al casello della zona Ospedaliera dovrebbe nascere una struttura per la produzione di idrogeno verde, progetto pilota in Italia nel settore: una sorgente di alimentazione fotovoltaica fornisce il materiale a un elettrolizzatore che produce l'idrogeno; un compressore consente di immagazzinarlo e due stazioni di rifornimento lo portano nelle vetture. Massa sorride: «L'euro che viene lasciato al casello serve anche a questo. A portare Napoli nel futuro». 

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