Napoli, Woodcock «Minacce?
Comprensibile reazione a condanna»

Napoli, Woodcock «Minacce? Comprensibile reazione a condanna»
Lunedì 14 Novembre 2016, 12:18 - Ultimo agg. 12:44
2 Minuti di Lettura
«Non do nessun peso alle minacce in aula, si tratta della comprensibile reazione di persone a cui viene inflitta una pena grave». Lo ha detto Henry John Woodcock, pm della dda di Napoli, che nei giorni scorsi era stato oggetto di invettive in aula al momento delle condanne per il processo contro la cosiddetta «Paranza dei bambini».

Woodcock ha spiegato oggi a margine di un convegno all'Università Federico II di Napoli: «Non do nessun peso a queste minacce, rientrano, se possiamo così dire, nel gioco delle parti».


Il problema centrale nei processi per corruzione «è che non arrivano a sentenza definitiva. Se oggi venisse fatta un'ispezione nell'ufficio esecuzione della Procura di Napoli si scoprirebbe che i reati contro la pubblica amministrazione passati in giudicato si contano sulle dita di una sola mano, anzi di un moncherino» ha detto Henry John Woodcock, pm della dda di Napoli, in un convegno. «Le armi investigative a nostra disposizione - ha detto Woodcock - sarebbero anche sufficienti, la questione centrale è di garantire che i processi che riguardano fatti di corruzione arrivino a sentenza passata in giudicato, che sia di condanna o assoluzione.
Bisogna consentire l'eventuale esecuzione delle pene irrogate. C'è un sistema in cui molti processi, e questo avviene per colpa di tutti e di nessuno, non riescono arrivare a sentenza definitiva. Questo è più evidente per reati di corruzione che presuppongono una attività di indagine che ha un tempo più lungo e di acquisizione della prova dibattimentale più complessa».



«I reati corruttivi che riguardano la pubblica amministrazione vanno aggrediti con lo stesso vigore giudiziario con cui si aggredisce la criminalità organizzata. Non sono sicuro che ci si sia calati ancora in questa ottica». Lo ha detto Henry John Woodcock, magistrato della dda di Napoli, intervenendo a un convegno su anticorruzione e sistema penale all'università Federico II di Napoli. Il magistrato ha fatto cenno anche al ruolo dell'Anac che, ha detto, «assolve alla funzione che attiene al momento della prevenzione che è fondamentale, anzi a mio giudizio la legge Severino è sicuramente più importante dal lato della prevenzione».



 
© RIPRODUZIONE RISERVATA