Salerno, ucciso sulla barca travolta da un motoscafo

Salerno, ucciso sulla barca travolta da un motoscafo
Venerdì 14 Agosto 2015, 02:50
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Angela Trocini
Salerno. È accaduto tutto in una manciata di secondi. Un boato, ad oltre un miglio di distanza dal porto Marina d'Arechi a Salerno, e si è consumata la tragedia. È di un morto e di un ferito in gravi condizioni il bilancio dell'incidente avvenuto ieri mattina intorno alle 11,45 a largo dello specchio d'acqua antistante il porto Marina d'Arechi. Guido Carpentieri, 69 anni, ed Andrea Attianese, 56 anni, entrambi di Pontecagnano, erano a bordo di una piccola imbarcazione. Una lancia, come viene comunemente chiamata. Non è ancora chiaro se erano a pesca o, semplicemente, a godersi la giornata di sole, quando all'improvviso sono stati investiti da una barca a motore (di undici metri) condotta da un ingegnere di Mercogliano, Antonio Coppola, che lavora a Roma. In manovra di planata, il professionista non si è accorto del piccolo natante fino a quando non ha sentito il terribile botto.
Scaraventati in acqua, Guido Carpentieri è morto tranciato da un'elica (a quanto pare l'avambraccio destro troncato di netto, una profonda ferita al fianco destro ed altri parti del corpo martoriate) mentre Andrea Attianese ha riportato lesioni alla milza ed altri organi interni e una frattura esposta all'avambraccio sinistro. Sottoposto ad un delicato intervento chirurgico presso l'azienda ospedaliera San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona, è in prognosi riservata. Il conducente della barca a motore, rimasto illeso ma sotto choc, è indagato per omicidio colposo, lesioni colpose e naufragio. La piccola imbarcazione, infatti, si sarebbe spezzata al centro e colata a picco. Sul posto del terribile incidente sono intervenuti le motovedette della Capitaneria di Porto e della Guardia di Finanza, un elicottero dei vigili del fuoco per accertarsi che non ci fossero altri dispersi in mare, le ambulanze dell'Humanitas e della Croce Rossa i cui operatori Opsa (per il salvataggio in acqua) hanno provveduto al recupero dell'uomo deceduto.
Il ferito, naufrago in mezzo al mare, era già stato recuperato dall'ingegnere Coppola con l'aiuto di altri turisti (italiani e tedeschi) che si trovavano su due distinte barche a vela. Tutti, indagato e testimoni oculari, sono stati interrogati dal sostituto procuratore Elena Guarino e dal capitano Claudia Di Lucca (che per la Capitaneria ha coordinato l'intervento in mare): interrogatori che sono terminati nel tardo pomeriggio di ieri e che hanno permesso una prima ricostruzione della tragedia. Nei prossimi giorni il magistrato Guarino, titolare delle indagini, darà anche l'incarico per una consulenza tecnica sulle imbarcazioni coinvolte nell'incidente per stabilire con esattezza la dinamica dei fatti, la velocità della barca a motore condotta dall'ingegnere Coppola e sottoposta a sequestro, l'esatta posizione della lancia che in seguito all'impatto è affondata ed altri quesiti che il pm riterrà necessari per la disamina dei fatti.
Coppola, con una lunga esperienza di navigazione, era uscito dal porto di Marina d'Arechi per recarsi a Capo d'Orso. Era da solo in barca per una giornata di pesca. In manovra di planata (quando i giri aumentano e la prua si alza), a oltre un miglio dal porto, ha impattato contro la lancia. La visibilità, proprio per la manovra, era ridotta: «Io ho guardato, da una parte e dall'altra, ma non mi sono accorto della presenza dell'imbarcazione. Non l'ho vista», ha detto sotto choc al pm che lo ha interrogato (per l'indagato era presente l'avvocato Alberto Imperiale ma a difendere il professionista c'è anche l'avvocato Michele Tedesco). Solo quando ha colpito la lancia e sentito il terribile boato, il professionista si è accorto dell'accaduto: ha visto un uomo appeso ad un pezzo di barca ed intorno, sparsi in mare, materiali ed oggetti dell'imbarcazione che ha avuto la peggio (non è ancora chiaro se era dotata solo di remi o anche di un piccolo motori da due, tre cavalli). Materiale che è stato poi raccolto dalle motovedette della Capitaneria di Porto di Salerno, agli ordini del comandante Gaetano Angora, che saranno impegnate anche nei prossimi giorni nel recupero di tutti i pezzi della lancia colata a picco. Sono stati ascoltati anche i testimoni oculari: turisti tedeschi ed italiani che erano a bordo di due barche a vela. Le loro testimonianze sono risultate coincidenti con quanto riferito dal professionista indagato. Nella giornata di oggi sarà anche conferito l'incarico per l'autopsia.
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