Oltre 200 casi di gastroenteriti, nel giro di tre giorni, tra i residenti di San Valentino in Abruzzo Citeriore, paesino di 1.900 abitanti del Pescarese. Più del dieci per cento della popolazione colpito da sintomi quali dissenteria, vomito e febbre. I casi salgono a circa 250 considerando anche una ventina di episodi nella vicina Scafa (Pescara). All'origine dell'emergenza c'è la presenza di un batterio termoresistente, il Clostridium perfringens, nell'acqua potabile, come emerso dalle analisi della Asl.
Batterio nell'acqua, dissenteria e vomito per centinaia di persone
I primi casi si registrano domenica scorsa.
Gli accertamenti dell'Asl di Pescara
Dagli accertamenti, fa sapere infatti la Asl di Pescara - che ha disposto anche coprocolture a campione sui pazienti - sono emersi «valori non compatibili (presenza di batteri coliformi e di batterio Clostridium Perfringens)». Il Comune, che attraverso la Protezione civile aveva già organizzato un servizio di consegna di farmaci e acqua in bottiglia a domicilio, in queste ore sta predisponendo anche un servizio di distribuzione di acqua potabile.
Ma le polemiche non si fanno attendere. «Il sindaco e l'amministrazione - dice il gruppo consiliare di opposizione "Solo passione" - si assumano le loro responsabilità ammettendo il fallimento su tutti i fronti. Si autosospendano dall'incarico e affidino alla protezione civile regionale il governo dell'emergenza». Nel sottolineare che «troppo tempo è passato, si doveva e si poteva intervenire subito», i consiglieri affermano che sindaco e amministrazione ora «si devono preoccupare di rimborsare i cittadini che hanno subito danni fisici, economici e morali». Per l'opposizione, infatti, «siamo alla vigilia di un maxi danno economico. La competenza dell'acqua è in capo all'amministrazione e la responsabilità è del sindaco. Il danno d'immagine è enorme e difficilmente sanabile» concludono.