Strage di Suviana, la ricostruzione dell'esplosione alla centrale idroelettrica: la turbina esplosa, il collaudo in corso e l'allagamento

I dispersi sono quattro, oltre a tre morti accertati e cinque feriti

Strage di Suviana, la ricostruzione dell'esplosione alla centrale idroelettrica: la turbina esplosa, il collaudo in corso e l'allagamento
Strage di Suviana, la ricostruzione dell'esplosione alla centrale idroelettrica: la turbina esplosa, il collaudo in corso e l'allagamento
Mercoledì 10 Aprile 2024, 10:57 - Ultimo agg. 11 Aprile, 09:14
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Nelle prime ore del pomeriggio di ieri (9 aprile), una notizia si è diffusa rapida come il vento tra i paesi adiacenti al bacino artificiale di Suviana, una delle dighe più imponenti d'Italia con i suoi oltre 40 milioni di metri cubi d'acqua. L'incidente ha scosso la centrale idroelettrica di Bargi intorno alle tre del pomeriggio, quando un'esplosione ha squarciato il silenzio, non lasciando scampo a coloro che lavoravano nel cuore sotterraneo dell'impianto: tre vite spezzate, quattro persone disperse e cinque gravemente ferite. All'origine del disastro, secondo le prime indagini e le testimonianze di due dipendenti lievemente feriti, ci sarebbe l'esplosione di un trasformatore collegato a una turbina. Gli sforzi dei soccorritori si sono concentrati nel raggiungere i locali invasi dall'acqua, in una corsa contro il tempo per trovare segni di vita. Le operazioni di soccorso, condotte in condizioni estreme, si sono protratte nella notte, alimentate dalla speranza di poter ancora salvare qualcuno.

La ricostruzione dell'incidente

Secondo le prime informazioni sarebbe esplosa una turbina della centrale, all'ottavo piano ribassato mentre un piano più sotto si è registrata un'inondazione dovuta a un tubo di raffreddamento della turbina che ha allagato il locale per parecchi metri, il tutto a 40 metri di profondità. Ecco perché al lavoro ci sono oltre ad una sessantina di pompieri anche i sommozzatori. La cosa certa, secondo i Vigili del Fuoco, è che a quel piano si trovavano i trasformatori. Un forte boato si è levato a seguito dell'esplosione, poi del fumo denso si è alzato dalla centrale e dal lago.

Sono arrivate sul posto anche le squadre Usar, specializzate nelle ricerche tra le macerie. La speranza di trovare qualcuno in vita è debole ma ancora c'è. «Abbiamo sentito un'esplosione e poi del gran fumo uscire dalla centrale - racconta all'ANSA Simone Cappi, titolare del ristorante La Spiaggetta che si trova sul lago, a circa 300 metri dal luogo dell'esplosione - È incredibile ciò che è successo. I soccorritori sono arrivati in forza, abbastanza velocemente, c'è un gran lavoro da fare». 

La turbina esplosa

La turbina esplosa sarebbe dovuta entrare in funzione proprio ieri. «L’esplosione si è verificata a 50-60 metri di profondita, all’ottavo piano della struttura, e il nono piano è stato inondato dalla pompa di raffreddamento della turbina», ha detto, raggiunto da GEA, il prefetto di Bologna, Attilio Visconti, che si è recato sul posto insieme al sindaco Matteo Lepore. «La centrale è importante per il territorio ed è sempre presidiata e monitorata, non sono mai accaduti problemi di questo tipo», ha detto Maurizio Fabbri, presidente Comuni Appenino bolognese, a Rainews24. Il prefetto Visconti ha parlato proprio di lavori di adeguamento della centrale, durante i quali una turbina sarebbe esplosa all'improvviso. 

Il collaudo in corso e le aziende coinvolte

«Da quanto ricostruito, il collaudo del primo gruppo di generazione era già terminato nei giorni scorsi e, al momento in cui è avvenuto l'incidente, era in corso il collaudo del secondo gruppo». Lo dice Enel Green Power, società di gestione dell'impianto. Nella centrale, viene spiegato ancora, «erano in corso lavori di efficientamento che Enel Green Power aveva contrattualizzato con tre aziende primarie, Siemens, ABB e Voith».

Le vittime 

Le tre vittime sono Pavel Petronel Tanase, 45 anni, nato in Romania, di Settimo Torinese, Mario Pisani, 74 anni, ex ingegnere Enel Green Power che operava come consulente, nato a Taranto e residente a San Marzano di San Giuseppe (Taranto) e Vincenzo Franchina, 36 anni, di Sinagra (Messina). Quest’ultimo si era sposato a maggio del 2023. Per i quattro dispersi, che si trovano ancora sott’acqua dove è difficile arrivare a causa di un crollo strutturale, le speranze sono minime. Avevano 69, 57, 59 e 37 anni, uno era di Pontedera. Si spera, dicono i vigili del fuoco, che possano essersi rifugiati in qualche locale a tenuta stagna. Infine, i feriti: 25, 36, 42, 55, 59 e 66 anni. Tra loro uno è della provincia di Venezia ed è ricoverato a Pisa. I due feriti più gravi sono stati ricoverati all’ospedale Bufalini di Cesena. Uno dei due è in prognosi riservata nel reparto grandi ustionati. Cappi, il ristoratore, ricorda che nella zona tutti conoscono chi lavora nella centrale, tecnici e operai. «Abbiamo una convenzione per la mensa con quelli di Enel, ma anche chi lavora per le ditte in appalto viene a mangiare da noi. Anche oggi sono venuti, prima che succedesse questo finimondo - dice commosso - Sono riuscito a parlare con un dipendente di Enel, che mi ha detto che uno di loro è messo molto male».

La speranza per i dispersi

«Potrebbe essere che dopo l'esplosione i dispersi abbiano trovato ricovero da qualche altra parte della piastra», ha detto il direttore regionale dei Vigili del fuoco, Francesco Notaro. Sul posto sono arrivati tanti amministratori locali insieme al prefetto, al pm di turno e alle forze dell'ordine. «Vediamo un via vai continuo, si calano con le bombole di ossigeno», dice Maurizio Fabbri, sindaco di Castiglione de Pepoli. Il sindaco di Camugnano, Marco Masinara, parla di un probabile crollo di un solaio. «Un dispiacere enorme: è stata colpita un'intera comunità, nostra e di Enel che qui ha un forte legame con tutte le persone che da anni lavorano alla centrale». Drammatiche le testimonianze dei vigili del fuoco che a fatica si sono calati sotto il livello del lago per la ricerca dei dispersi e di chi gestisce le attività a ridosso del lago, frequentate in mezzo alla settimana proprio dai lavoratori dell'impianto. «Un disastro impressionante» hanno raccontato i primi soccorritori, quando ancora non erano riusciti ad entrare all'interno dei locali colpiti dall'esplosione.

Le indagini

Mentre la comunità inizia a elaborare il lutto, le autorità hanno avviato un'indagine per chiarire le cause dell'incidente, con l'obiettivo di prevenire future tragedie e assicurare che giustizia sia fatta per le vittime e i loro cari. In questo momento, l'attenzione si rivolge non solo al passato, ma anche al futuro, alla sicurezza degli impianti e alla tutela dei lavoratori che ogni giorno mettono a rischio la propria vita. Fondamentale è capire perché la centrale sia esplosa: il capo della Procura Giuseppe Amato ieri è stato tra i primi a arrivare sul luogo della tragedia. «Adesso è il momento delle ricerche, poi sarà il momento di capire cos’è successo. In questa fase faremo un’iscrizione tecnica per eseguire gli accertamenti urgenti sulle salme e verificheremo se è necessario o no procedere alle autopsie». Sul posto anche prefetto e il sindaco di Bologna. Si è recato immediatamente sul luogo anche l’amministratore delegato di Enel Green Power Salvatore Bernabei. Si legge in una nota: «La società sta collaborando con tutte le autorità ed esprime cordoglio e vicinanza al personale coinvolto e alle famiglie, che rappresentano la priorità per l’azienda».

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