Cassazione: chi tradisce per primo
ha causato la fine del matrimonio

Cassazione: chi tradisce per primo ha causato la fine del matrimonio
di Cristina Cennamo
Martedì 14 Febbraio 2017, 21:53
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Tradire il coniuge? Non conviene e soprattutto non per primi, oggi più che mai. La Cassazione infatti si è recentemente espressa con una sentenza che senz'altro creerà non pochi problemi agli infedeli in procinto di separazione, visto che gli ermellini hanno sancito ufficialmente che la fine del matrimonio va imputata al primo tra i due di cui sia stata acclarata l'infedeltà.

È questa la sintesi della sentenza 3318/2017, con cui si pone termine a un'annosa querelle giudiziaria iniziata nel Tribunale di Brescia nel 2013, laddove la separazione dei coniugi A. R. ed A. B. fu addebitata al marito piuttosto che alla moglie, come aveva invece chiesto lui. 

La decisione è stata quindi confermata dalla Corte d'appello di Brescia che un anno dopo, nel 2014, ha ritenuto sulla scorta dell'esame di due relazioni investigative e della deposizione di numerosi testi che: a) era rimasta accertata l'esistenza di una relazione adulterina del marito, che aveva determinato la rottura del rapporto coniugale, né la decisione della moglie di separarsi poteva dirsi determinata da estemporanea gelosia, essendo maturata in tempi non brevissimi; b) gli incontri della moglie con altro uomo erano successivi alla scoperta della relazione del marito, al definitivo abbandono della casa coniugale da parte di lui ed al deposito del ricorso per separazione, sicché era indimostrata l'incidenza causale di tale relazione - in sé alquanto sfumata - nella frattura del matrimonio; c) il marito non aveva diritto né all'assegno di mantenimento, dato lo statuito addebito, né all'assegno alimentare, avendo rivestito cariche in alcune società che confermavano la sua capacità lavorativa e le sue attitudini imprenditoriali.

Non pago di questa seconda sentenza, il marito ha deciso quindi di ricorrere per cassazione, che a sua volta ha però confermato la bontà del giudizio rigettando il ricorso dell'uomo che, anzi, è stato condannato quindi al pagamento delle spese.  
 
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