L'INCHIESTA

Incidente treno Brandizzo, indagati il capocantiere (vivo per miracolo) e l'addetto Rfi. La procura: «Gravi violazioni di misure di sicurezza»

L'inchiesta sul gravissimo incidente in cui hanno perso la vita 5 operai

Incidente treno Brandizzo. La procura di Torino: «Gravi violazioni delle misure di sicurezza». L'ipotesi del dolo eventuale
Incidente treno Brandizzo. La procura di Torino: «Gravi violazioni delle misure di sicurezza». L'ipotesi del dolo eventuale
Venerdì 1 Settembre 2023, 11:46 - Ultimo agg. 3 Settembre, 11:02

Fondo di solidarietà per i familiari delle vittime di Brandizzo

Rfi ha incontrato le Organizzazioni Sindacali, all'indomani dell'incidente di Brandizzo, per fare il punto sulla sicurezza del lavoro nel settore della manutenzione ferroviaria. Al termine dell'incontro, Rfi «ha accolto la richiesta sindacale di trasferire le trattenute economiche, effettuate ai lavoratori aderenti allo sciopero odierno, in un fondo che servirà ad offrire un sostegno economico alle famiglie degli operai deceduti». Si tratta di un «gesto di sensibilità e concreta solidarietà» che Rfi, rinnovando il proprio cordoglio, ha voluto potenziare versando una quota equivalente e raddoppiando la consistenza del fondo stesso.

Il papà di Kevin: "Mi aveva scritto 'ti amo'"

Un ragazzo che lavora e esce di casa e «non viene più a casa. Mio figlio è andato via tranquillo da casa, ha mangiato, ha cenato». A parlare è Massimo Laganà, il padre di Kevin, il giovane di 22 anni di Vercelli, tra i cinque operai morti nell'incidente a Brandizzo, nel Torinese. L'uomo riferisce le ultime parole di Kevin, pronunciate proprio la sera di mercoledì uscendo di casa: «Papà ci vediamo domani».

E prosegue: «A mezzanotte mi ha mandato un messaggio: "Papà ti amo" e non l'ho più visto rientrare a casa. Mio figlio come vedete... gli amici sono qua presenti... cosa era mio figlio. Io ho bisogno di giustizia: chi ha colpa paghi, solo questo, Chi ha colpa paghi, solo giustizia» aggiunge commosso. Lavorava da un anno per la Sigifer, «andava tutte le sere. Sera giorno, quello che capitava. Gli piaceva l'ambiente, si trovava bene, con gli amici, con la ditta, con tutti» racconta.

Il secondo indagato è il capocantiere

C'è un secondo indagato per l'incidente ferroviario Brandizzo, nel Torinese, che l'altra notte è costato la vita a cinque operai. Si tratta di Andrea Girardin Gibin, 52 anni di Borgo Vercelli, capocantiere della Sigifer e collega delle cinque vittime. Salvo per miracolo, perché ha intravisto i fari del treno in arrivo ed è riuscito a spostarsi sul secondo binario.

Gli indagati salgono a due

Ci sarebbero due indagati per l'incidente ferroviario che si è verificato la scorsa notte alla stazione ferroviaria di Brandizzo dove un treno ha investito e ucciso cinque operai che stavano eseguendo lavori di manutenzione sui binari. A iscriverli nel registro la procura di Ivrea che coordina le indagini.

Calce sui binari e cinque girasoli

Il giorno dopo la tragedia costata la vita a cinque operai, la prima parola che viene in mente entrando alla stazione di Brandizzo è spettrale. La calce sui binari e un silenzio irreale accolgono i pochi passeggeri presenti e i treni in transito, che sfrecciano sotto gli occhi dei cronisti che sono quasi gli unici presenti in questo angolo di paese, dove anche la piccola edicola e il bar sono quasi deserti. Qualcuno prova a dire qualche parola che non nasconde lo sgomento, a dare una spiegazione a quanto accaduto, mentre le forze dell'ordine si mobilitano per l'arrivo di rappresentanti delle istituzioni. Di fianco all'ingresso, sotto una cassetta delle lettere sbiadita, una macchia di colore è formata da qualche mazzo di fiori, con un lumino acceso. C'è ancora quello deposto ieri dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, con il fiocco tricolore. Accanto, dei piccoli crisantemi gialli con un biglietto, 'rispetto per le vittime del lavoro onestò, e un mazzo, 'i vostri colleghì, poche parole su un cartoncino pinzato alla carta trasparente che avvolge cinque girasoli.

Cinque, come le vittime di uno dei più gravi incidenti sul lavoro che il Piemonte ricordi.

Indagato l'addetto Rfi al cantiere

La procura di Ivrea (Torino) ha iscritto nel registro degli indagati il primo nome per la strage ferroviaria di Brandizzo costata la vita a cinque operai travolti da un treno in transito. È quello di Antonio Massa, 46 anni, di Grugliasco (Torino) addetto di Rfi al cantiere in cui lavoravano le vittime della società Sigifer di Borgovercelli. Secondo l'ipotesi della procura avrebbe dovuto impedire agli operai di iniziare il cantiere in attesa del passaggio del treno che li ha travolti.

Il caposquadra sotto choc: "Continua a ripetere i nomi dei colleghi"

«Andrea è in stato di choc: da anni andava a lavorare insieme ai suoi compagni, e continua a ripetere i loro nomi. Forse l'istinto gli ha permesso di salvarsi, dato che appena ha visto la luce del treno si è buttato dall'altra parte». Parla così Deborah, la cognata di Andrea Girardin Gibin, il caposquadra di 53 anni sopravvissuto alla strage di Brandizzo, nel Torinese, dove un treno nella notte tra mercoledì e ieri ha travolto e ucciso cinque operai. Ora l'uomo si trova nella sua casa di Borgo Vercelli, e sia lui che la moglie non parlano coi giornalisti né escono di casa. «Continua a ripetere i nomi dei suoi compagni» ribadisce.

La procura non esclude il dolo eventuale per i reati di omicidio e disastro

«Dalle prime indagini emergono gravi violazioni della procedura di sicurezza al momento dell'incidente. Ci sono profili di responsabilità per i quali saranno a breve indagate alcune persone». Così la procuratrice capo di Ivrea, Gabriella Viglione, sulle indagini relative all'incidente alla stazione di Brandizzo, nel Torinese, che nella notte tra mercoledì e ieri è costato la vita a cinque operai travolti da un treno in corsa. La procura non esclude il dolo eventuale per i reati di omicidio e disastro.

 

Guariniello: "Non sono sorpreso dalla strage"

«Non sono per nulla sorpreso» della strage sul lavoro a Brandizzo, afferma Raffaele Guariniello, ex pm dell'inchiesta sul rogo alla ThyssenKrupp di Torino del 2007, in un'intervista al Fatto Quotidiano. «Il messaggio che avevamo dato al paese, con il processo Thyssen, ormai è andato smarrito», sostiene. La causa del ripetersi degli incidenti sul lavoro, secondo l'ex magistrato, è che «la giustizia penale, in tema di sicurezza sul lavoro, non fa più paura a nessuno». «Sempre di più quei processi, per omicidio colposo o lesioni personali colpose - spiega Guariniello -, finiscono con la prescrizione. E tutto ciò perché non esiste una struttura della giustizia penale dedicata a questi reati. Con magistrati preparati ed esperti su quei temi». L'ex pm punta il dito anche sullo «sconquasso degli organi ispettivi». «La prevenzione - dice - è diventata difficile, così come la mancanza di deterrenza delle condanne per chi viola le norme». Secondo Guariniello serve «una procura nazionale per la sicurezza sul lavoro». «Ho mandato questa proposta all'attuale governo e anche a quelli precedenti - rivela -, la risposta è sempre stata la stessa: il silenzio».

Incidente del treno a Brandizzo. La procura di Torino ipotizza un dolo eventuale. «Gravi violazioni delle misure di sicurezza».

Incidente treno a Brandizzo. «Kevin non aveva paura, ci diceva: non è rischioso». Il racconto della fidanzata

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