Morte Maricica, Burtone: «Mi pento,
ho paura di andare in carcere»

Maricica Hahaianu con il marito e il figlio
Maricica Hahaianu con il marito e il figlio
Sabato 16 Ottobre 2010, 11:19 - Ultimo agg. 15 Marzo, 22:24
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ROMA (16 ottobre) - Omicidio preterintenzionale aggravato dai futili motivi. E' il reato contestato ora dalla Procura ad Alessio Burtone, il ventenne ancora agli arresti domiciliari per l'aggressione dell'infermiera rumena Maricica Hahaianu, morta ieri sera al Policlinico Casilino. In precedenza era ipotizzato il reato di lesioni gravi. La Procura di Roma chiederà al gip il trasferimento in carcere per l'assassino.



Ma la fila al tuo paese non la fai? Nel capo di imputazione si afferma come la lite, degenerata nell'aggressione, sarebbe scaturita da un'affermazione rivolta da Burtone all'infermiera rumena: «Ma la fila al tuo Paese non la fai?».



Burtone ha paura di andare in carcere. «Ho paura di tornare in carcere. Non volevo fare del male e provocare la morte di nessuno: sono profondamente pentito di quello che ho fatto», ha detto Alessio Burtone al suo avvocato, Fabrizio Gallo, quando gli ha comunicato che a seguito della richiesta della Procura di Roma, andrà in carcere «È molto scioccato e spaventato - dice l'avvocato - Ha paura di andare in carcere ed è ancora molto scioccato per quanto accaduto. Il mio assistito sento addosso il peso di quanto fatto e ha paura che possa essere gonfiato mediaticamente, pur essendo consapevole della gravità della situazione e rispettando il dolore dei familiari della donna che, è ben consapevole, hanno subito un gravissimo lutto». Ieri Burtone, appresa la notizia della morte di Maricica Hahaiaunu aveva avuto un malore e ha detto: «Mi sembra di stare in un film, sono stato sfortunato».



«Il Comune si costituirà parte civile come in tutti i casi di violenza sulle donne. Siamo di fronte ad una violenza gratuita. Saremo vicini alla famiglia pagando le spese dei funerali e del trasporto della salma in Romania - ha detto stamane il sindaco Gianni Alemanno - Ho conosciuto per qualche momento il marito di Maricica, Adrian. Mi è sembrata un'ottima persona. Questo dimostra che ci sono tantissimi immigrati che lavorano seriamente e con grande impegno a favore della comunità italiana dobbiamo quindi superare ogni pregiudizio. La violenza e le buone azioni possono arrivare da qualsiasi parte».



Pena esemplare per l'omicida e leggi repressive. «La sicurezza è un impegno che dobbiamo realizzare in città e in tutta Italia - ha aggiunto Alemanno - Bisogna isolare i violenti ed avere leggi serie e repressive perchè i violenti non devono farla franca. Siamo tutti colpiti dal fatto che una donna possa morire per motivi così futili, per un'aggressività senza senso. Pensiamo che la prima risposta sia portare in carcere l'assassino. La questione è in mano alla magistratura: bisogna da un lato fare in modo che ci sia una punizione esemplare per l'omicida, dall'altro lato un encomio per il sottoufficiale che è intervenuto». Alemanno è anche tornato sull'indifferenza dimostrata dalle persone presenti alla stazione Anagnina: «Bisogna verificare se le persone che hanno girato la testa dall'altra parte meritino di essere denunciate per omissione di soccorso».



Lunedì l'autopsia. L'esame autoptico sarà eseguito all'Istituto di medicina legale dell'Università La Sapienza dall'equipe del professor Paolo Arbarello. L'autopsia punterà non solo a stabilire le cause della morte, ma anche a rintracciare il motivo dell'improvviso peggioramento delle condizioni della donna fino a causarne la morte. Burtone sarà rappresentato da un proprio consulente, il medico legale Gianluca Albertacci.