Intanto, stamattina è stata la contrada dell'Aquila a vincere la «provaccia», l'ultima prova prima della Carriera. Dopo l'ingresso dalla ricorsa dell'Oca, i fantini hanno sottoposto a pochi sforzi i rispettivi cavalli, tutti condotti al trotto. Istrice e Aquila si sono alternate al comando, con quest'ultima che ha concluso per prima i tre giri di Piazza del Campo. Alla mossa, l'ordine di ingresso dei cavalli tra i canapi era inverso rispetto a quello della prova generale di ieri e quindi: Giraffa, Chiocciola, Istrice, Tartuca, Aquila, Bruco, Nicchio, Drago, Lupa e Oca di rincorsa. Definitive, a questo punto, le accoppiate cavallo-fantino nelle 10 contrade, e quindi: Giuseppe Zedde detto «Gingillo» su Porto Alabe nell'Oca, Jonatan Bartoletti detto «Scompiglio» su Preziosa Penelope nella Lupa, Luigi Bruschelli detto «Trecciolino» su Pathos de Ozieri nel Drago, Giovanni Atzeni detto «Tittia» su Quadrivia nel Nicchio, Carlo Sanna detto «Brigante» su Reynard King nel Bruco, Francesco Caria detto «Temendo» su Renalzos nell'Aquila, Valter Pusceddu detto «Bighino» su Mocambo nella Tartuca, Elias Mannucci detto «Turbine» su Smeraldo Nulese nell'Istrice, Alessio Migheli detto «Girolamo» su Raktou nella Chiocciola, e Enrico Bruschelli detto «Bellocchio» su Sarbana nella Giraffa.
«Noi siamo assolutamente d'accordo sulla richiesta di riconoscere il Palio di Siena come patrimonio mondiale dell'Unesco. Ed è una richiesta che giace da tempo» ha detto il sindaco di Siena, Bruno Valentini, nel corso della tradizionale conferenza stampa a Palazzo Berlinghieri nel giorno del Palio, accogliendo con favore la proposta rilanciata oggi dal presidente del Consiglio regionale della Toscana, Eugenio Giani. «Quella richiesta - ha spiegato Valentini - fu in qualche modo rallentata nel momento in cui al governo c'erano autorevoli esponenti che non avevano compreso la qualità, lo spessore e la serietà della nostra festa, e che quindi hanno fatto il contrario di ciò che avrebbero dovuto fare: invece di citarci come modello, come paradigma positivo, ci citavano come esempio negativo».
«Adesso che è cambiato questo clima, spero che i vertici del Parlamento e del governo non pongano ostacoli a questa richiesta - ha aggiunto Valentini - e ci aiutino a conseguire questo riconoscimento.
Anche se noi di fatto non avremmo nulla in più se il Palio fosse riconosciuto come patrimonio dell'Unesco. Certo, sarebbe un grande riconoscimento ma alla nostra città, di fatto, non serve, perchè il Palio siamo noi».