Salvini dopo l'aggressione dei centri sociali al campo nomadi: «Quella non è Bologna, torneremo»

Salvini dopo l'aggressione dei centri sociali al campo nomadi: «Quella non è Bologna, torneremo»
Domenica 9 Novembre 2014, 21:27 - Ultimo agg. 21:46
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«Quella non è Bologna, e noi a Bologna torneremo, perché migliaia di bolognesi ci hanno invitati a tornare». Per il segretario della Lega Nord Matteo Salvini, la campagna elettorale «va avanti» anche dopo la brutta giornata di sabato, quando la sua auto, a Bologna per una tappa in un campo nomadi, si è fatta largo tra i contestatori travolgendone alcuni, poi è stata attaccata dai manifestanti, che hanno anche aggredito un giornalista rompendogli un gomito.

La visita ai sinti una provocazione? «La provocazione è che i bolognesi paghino da anni le bollette ai campi nomadi», replica. «Provocatori siete voi», lo difende Il Mattinale, la nota del gruppo Forza Italia alla Camera.

Lunedì Salvini è atteso con il candidato Alan Fabbri in provincia di Bologna, non in città. «Quella di Salvini è un'iniziativa a fini elettorali - commenta il sottosegretario Graziano Delrio - e io prendo sempre le distanze da iniziative propagandistiche fatte sulla vita delle persone. Detto questo la violenza è inaccettabile».

Condanna le violenze anche il sindaco di Bologna, Virginio Merola, che ricorda però come Bologna sia «Città medaglia d'oro per la Resistenza e nel suo simbolo c'è scritta una sola parola: Libertà». A Salvini «deve essere chiaro» il sacrificio di 70 anni fa: «grazie a quel sacrificio può dire le proprie idee».

Intanto, la sede della Lega di Parma è stata imbrattata con insulti a Salvini firmati con stelle a 5 punte, falce e martello e la A cerchiata. «Sbagliano questi imbecilli se pensano di farci paura», commenta Fabio Rainieri, segretario della Lega Emilia.

I sindacati di polizia condannano gli aggressori, il Siulp respingendo le «strumentalizzazioni» di chi «tenta di scaricare sui responsabili dell'ordine pubblico quanto accaduto» e Ugl Polizia confermando la solidarietà al giornalista e a Salvini.

Il ministro dell'Interno Angelino Alfano ha difeso ancora l'operato della Questura e ha fatto spallucce alla richiesta di dimissioni da parte della Lega: «Avviene più volte al giorno tutti i giorni, non mi pare una novità politica».