«Quella non è Bologna, e noi a Bologna torneremo, perché migliaia di bolognesi ci hanno invitati a tornare». Per il segretario della Lega Nord Matteo Salvini, la campagna elettorale «va avanti» anche dopo la brutta giornata di sabato, quando la sua auto, a Bologna per una tappa in un campo nomadi, si è fatta largo tra i contestatori travolgendone alcuni, poi è stata attaccata dai manifestanti, che hanno anche aggredito un giornalista rompendogli un gomito.
La visita ai sinti una provocazione? «La provocazione è che i bolognesi paghino da anni le bollette ai campi nomadi», replica. «Provocatori siete voi», lo difende Il Mattinale, la nota del gruppo Forza Italia alla Camera.
Condanna le violenze anche il sindaco di Bologna, Virginio Merola, che ricorda però come Bologna sia «Città medaglia d'oro per la Resistenza e nel suo simbolo c'è scritta una sola parola: Libertà». A Salvini «deve essere chiaro» il sacrificio di 70 anni fa: «grazie a quel sacrificio può dire le proprie idee».
Intanto, la sede della Lega di Parma è stata imbrattata con insulti a Salvini firmati con stelle a 5 punte, falce e martello e la A cerchiata. «Sbagliano questi imbecilli se pensano di farci paura», commenta Fabio Rainieri, segretario della Lega Emilia.
I sindacati di polizia condannano gli aggressori, il Siulp respingendo le «strumentalizzazioni» di chi «tenta di scaricare sui responsabili dell'ordine pubblico quanto accaduto» e Ugl Polizia confermando la solidarietà al giornalista e a Salvini.
Il ministro dell'Interno Angelino Alfano ha difeso ancora l'operato della Questura e ha fatto spallucce alla richiesta di dimissioni da parte della Lega: «Avviene più volte al giorno tutti i giorni, non mi pare una novità politica».