Uova di Pasqua e colombe scadute o illegali, maxi-sequestro di 2 tonnellate. «Industriali ma vendute come artigianali»

Sono 15 i provvedimenti di chiusura o sospensione delle attività

Uova di pasqua e colombe illegali
Uova di pasqua e colombe illegali
Venerdì 29 Marzo 2024, 08:13 - Ultimo agg. 30 Marzo, 01:03
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 Sorpresa amara nell’uovo di Pasqua. In ben 324 pasticcerie e laboratori dolciari sparsi per l’Italia, ossia più di un’azienda su tre tra le 840 ispezionate dai Nas, sono state riscontrate irregolarità. Colombe e uova di cioccolato prodotte industrialmente ma spacciate per artigianali e vendute a un prezzo superiore, o scadute, in alcuni casi addirittura da anni; per non parlare di ingredienti e semilavorati conservati in ambienti umidi e «con infestazioni di roditori». I blitz prefestivi dei carabinieri per la Tutela della Salute hanno portato alla contestazione di 574 violazioni penali ed amministrative, per un ammontare di 425 mila euro, e il sequestro di due tonnellate di alimenti, per un valore stimato in oltre 267 mila euro. Sono stati sei i titolari di negozi deferiti all’autorità giudiziaria per l’ipotesi di tentata frode in commercio, con contestuale sequestro di oltre 300 colombe e uova falsamente dichiarate di “propria produzione”. A causa di «gravi situazioni igieniche e strutturali» sono stati disposti 15 provvedimenti di chiusura o sospensione delle attività commerciali e produttive, stimate in un valore economico superiore a 5 milioni di euro. 

Controlli dei NAS: sequestrate 2 tonnellate tra Uova di Pasqua e prodotti dolciari

I casi

Nel laboratorio di una pasticceria della provincia di Bergamo sono stati trovati 70 chili di cioccolato e 90 chili di prodotti dolciari scaduti, anche da alcuni anni, e con indicazioni non conformi sugli ingredienti usati per la produzione.

Al termine dell’ispezione i militari del Nas hanno contestato violazioni amministrative per 3.500 euro. A Roma, sono stati denunciati i titolari di un laboratorio dolciario in zona San Paolo e di una nota pasticceria in zona San Giovanni perché spacciavano e vendevano colombe e uova di cioccolato di fattura industriale come prodotti gastronomici artigianali. In pratica il trucco era quello di scartare i dolci pasquali acquistati dalla grande distribuzione e riconfezionarli con l’etichettatura del negozio a un prezzo di gran lunga superiore di quello in commercio. Magari una colomba che al supermercato si trovava sullo scaffale a 4 euro, veniva rivenduta a 40 euro. In queste due attività sono state riscontrate anche, a vario titolo, carenti condizioni igieniche e strutturali e la mancata attuazione del manuale per la sicurezza alimentare. I carabinieri hanno quindi sequestrato 33 confezioni di colombe e 15 uova di cioccolato, elevando sanzioni per un importo complessivo di 4.000 euro. In due pasticcerie e in una fabbrica di cioccolato della provincia di Caserta, invece, sono stati sequestrati complessivamente 580 chili di prodotti tipici delle festività pasquali, «poiché non sottoposti al piano di rintracciabilità alimentare». Controllati dai militari del Nas anche due laboratori di pasticceria e un’industria alimentare della provincia di Catania, con conseguente sequestro di complessivi 1.415 chili di preparati e basi per prodotti dolciari in parte scaduti, privi di etichettatura e tracciabilità, e in parte stoccati in un locale «con gravi carenze igienico-sanitarie per presenza di escrementi di roditori». 

 

Boom a tavola

Soddisfatta dell’operazione la Coldiretti. «Con quasi sette italiani su dieci (69%) che per Pasqua portano in tavola la colomba e un altro 63% che acquista uova di cioccolato, è importante l’operazione dei Nas. Le frodi a tavola - sottolinea la principale organizzazione degli imprenditori agricoli a livello nazionale - sono crimini particolarmente odiosi perché si fondano spesso sull’inganno nei confronti di quanti, per la ridotta capacità di spesa, sono costretti a risparmiare sugli acquisti di alimenti. Un comportamento che mette a rischio la salute dei consumatori e fa concorrenza sleale agli imprenditori corretti». 
Quest’anno la colomba vince sull’uomo al cioccolato: pesano infatti i rincari, a causa dell’incremento esponenziale dei costi del cacao, salito a 10mila dollari e più la tonnellata. Il tradizionale dolce da forno pasquale, ricorda la Coldiretti, è radicato soprattutto al Nord, dove verrà mangiato dal 75% dei cittadini, mentre nelle isole la percentuale scende al 61%. L’uovo, invece, sarà presente in media sulle tavole di 5-6 famiglie italiane (anche se nel Centro Italia è più ricercato e viene acquistato dal 71% dei consumatori). «La colomba classica o senza canditi - spiega Giorgio Panizza, consigliere d’amministrazione del gruppo “Il Gigante” - fa segnare importanti volumi di vendita con una crescita del 20%. Apprezzate anche le proposte con farciture al pistacchio, caramello salato, cioccolato bianco e amarene. Bene anche le uova per bambini e ragazzi (+8%), con particolare attenzione a quelle “griffate”».
È diventato un dolce nazionale (e non più strettamente campano) anche la pastiera napoletana, che sta facendo da apripista anche a due torte salate: il casatiello e il tortano, affiancati dalle pizze regionali al formaggio in diversi formati, come i calascioni ciociari, e dalla ligure torta pasqualina ai carciofi. Mentre fra i dolci regionali allargano il proprio spazio, tra gli altri, la fugassa veneta, la crescia marchigiana e la scarcella pugliese (un agnello di pasta di mandorle ricoperto di glassa e decorato con un uovo sodo).

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