14 anni beve assenzio e inventa la violenza sessuale. Ora è sotto processo

14 anni beve assenzio e inventa la violenza sessuale. Ora è sotto processo
Mercoledì 22 Gennaio 2014, 12:28 - Ultimo agg. 12:32
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Da vittima di stupro a indagata per calunnia e false informazioni rese al pubblico ministero. Sono i due reati di cui dovr rispondere davanti al Tribunale dei minori la 14enne che nella notte del 2 settembre 2012 ebbe un rapporto sessuale con un macedone di 20 anni nello scivolo di un garage sul lungomare Alighieri a Senigallia.



La studentessa, difesa dall'avvocato Stefano Drago, raccontò nei giorni successivi di essere stata violentata da uno sconosciuto, ma al temine della indagini preliminari il pm ha chiesto l'archiviazione per il macedone e trasmesso gli atti al Tribunale dei minori. Dalle indagini, durate oltre un anno, emerge uno spaccato della movida senigalliese che evidenzia l'abuso di alcol tra i minorenni.



La ragazzina, che vive nell'hinterland, quella sera del 2 settembre era andata con delle amiche in un locale del lungomare Alighieri. La madre sarebbe venuta a riprenderla all'1, come poi è accaduto. Stando a quanto ammesso dalla ragazzina, che nel corso della serata ha frequentato anche altri locali con le amiche, avrebbe bevuto tre bicchieri di assenzio e almeno tre cocktail a base di vodka. Probabilmente di più perché, per sua ammissione, questi sono solo quelli che ricorda. Non è stata la sola ad aver bevuto molto.



Ma come è possibile che delle minorenni possano aver bevuto così tanti alcolici? Tra le persone ascoltate per ricostruire la serata incriminata c'è anche un senigalliese maggiorenne che ha confessato di aver offerto da bere alla giovane e ad alcune sue amiche. Al bancone ha chiesto e pagato lui i cocktail bevuti dalle minori. Lo stesso sarebbe accaduto anche per altri alcolici, ugualmente offerti da maggiorenni. Una parentesi sulla movida senigalliese che fornisce una risposta al fenomeno dei minori ubriachi e di come riescano ad accedere all'alcol pur essendo loro vietato.





Tornando a quella serata di fine estate, la 14enne tornò a casa e solo il giorno seguente informò il suo ex fidanzato di aver subito una violenza. Stessa informazione confermata a una cugina che l'avrebbe messa alle strette. Se non lo avesse riferito alla madre, ci avrebbe pensato lei. A quel punto la studentessa riferì i fatti alla madre che subito la portò al pronto soccorso dove però, a parte una ecchimosi al braccio, non vennero riscontrati segni di violenza. La ragazzina poi ritrattò dicendo di non ricordare niente dell'accaduto perché aveva bevuto troppo. Un dato che le analisi del sangue, effettuate a distanza di un giorno, non hanno potuto appurare ma che i testimoni hanno confermato.



La Procura ha quindi disposto una perizia ma la psicologa ha constatato che, nonostante l'alcol, la 14enne era lucida nel momento in cui si è consumato il rapporto sessuale, come emerso anche da numerosi sms intercettati, quindi pienamente capace di intendere e di volere.