Francia, exit poll danno Hamon
vincitore alle primarie della sinistra

Francia, exit poll danno Hamon vincitore alle primarie della sinistra
Domenica 29 Gennaio 2017, 19:50 - Ultimo agg. 30 Gennaio, 17:17
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PARIGI Benoit Hamon sarà il candidato del partito socialista alle presidenziali di maggio. Il candidato del partito socialista ma non della gauche, da ieri sera mai tanto lacerata in Francia. L'ex premier Manuel Valls è stato sconfitto al ballottaggio delle primarie, una sconfitta annunciata, netta (42 a 58 per cento secondo risultati parziali) che bastona il quinquennio di Hollande e la sua socialdemocrazia troppo liberale.
 

 

IL PROGRAMMA
Il campione della sinistra sarà il 49enne Hamon, e la sua sinistra alternativa, utopista per alcuni, l'unica possibile per altri, la sinistra delle 32 ore di lavoro settimanali, del reddito di cittadinanza, della legalizzazione delle droghe leggere, dell'ecologia. Sarà Hamon a dover impedire che l'estrema destra arrivi al secondo turno del 6 maggio e alle porte dell'Eliseo, a contrastare la socialdemocrazia dell'outsider ex ministro dell'Economia Emmanuel Macron, a combattere la destra conservatrice, socialmente reazionaria di François Fillon e anche la sinistra radicale dell'ex compagno di partito Jean-Luc Mélenchon e la sinistra verde di Yannick Jadot. I sondaggi lo danno perdente su quasi tutti i fronti, anche se i tre mesi di campagna elettorale che cominciano domani sono lunghissimi. Ieri primo sondaggio dal Figaro: Marine Le Pen è prima al primo turno delle presidenziali, mentre si disputano il secondo posto Fillon e Macron. L'unica possibilità per la gauche di non sparire, è l'unione, il rassemblement, la parola più citata ieri, ma per ora la meno praticata. A cominciare dai tempi. Benoit Hamon non ha nemmeno lasciato che Manuel Valls terminasse il suo discorso della sconfitta, per salire sul podio del vincitore. Le tv sono state costrette a togliere l'audio all'ex premier, che stava concludendo il discorso, per dare la parola a Hamon che si è affrettato a salire in tribuna.

LA CONVERGENZA
Il neo investito candidato ha immediatamente aperto alle sinistre che potrebbero accettare una convergenza: quella radicale di Mélenchon e quella verde di Jadot. «Domani proporrò ai candidati della sinistra e degli ecologisti, Mélenchon e Jadot, di costruire una maggioranza di governo coerente, sociale, ecologica e democratica» ha detto Hamon. Difficile che questo appello possa essere ascoltato dall'ala più socialdemocratica interna al partito socialista, quella che continua a definire «surreale» il programma di Hamon. Lo stesso Valls, pur predicando la necessaria Unione, ha ricordato i punti cardine del suo riformismo verità, laicità, lavoro poco compatibili con gli argomenti del neo-candidato.

I MODERATI
A questo punto, l'esilio dei socialisti più moderati verso Macron diventa una possibilità concreta, la cui portata si vedrà nei prossimi giorni. E con questo esilio, anche l'implosione del partito socialista non è più soltanto materia di farneticazione per politologi.
Per il momento il partito ha salvato la reputazione con un secondo turno delle primarie che ha registrato una partecipazione in netto ma tradizionale - aumento rispetto al primo turno: quasi due milioni di francesi si sono mobilitati per dire sì a Hamon e soprattutto no a Valls. Ben al di sotto dei 4 milioni e 700 mila elettori che due mesi fa hanno scelto Fillon e meno anche dei 2milioni e 700 mila che sei anni fa scelsero François Hollande. E' toccato a Valls, nel discorso della sconfitta, rivendicare il bilancio degli anni Hollande, gli anni del riformismo reale, delle unioni civili, della lotta al terrorismo. Il presidente per ora tace, nessuna parola da Hollande sulle presidenziali dopo la decisione di non ricandidarsi.

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