Obama dalla Merkel a castello di Herrenhausen: all'ordine del giorno terrorismo e Siria

Obama dalla Merkel a castello di Herrenhausen: all'ordine del giorno terrorismo e Siria
Domenica 24 Aprile 2016, 15:36 - Ultimo agg. 25 Aprile, 09:25
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Angela Merkel, sull'emergenza profughi, è «dalla parte giusta della storia». I toni di Barack Obama, nel corso di quella che è probabilmente l'ultima visita in Germania da presidente degli Stati Uniti, sono talmente entusiastici nei confronti dell' «amica» cancelliera che l'asciuttissima Dpa sentenzia a fine giornata: «Di più avrebbe potuto solo baciarla». E i due leader, che oggi hanno inaugurato insieme la fiera dell'Industria ad Hannover, dopo un faccia a faccia di due ore, si sono mostrati perfettamente allineati anche sul Ttip. «Gli Usa sono pronti a firmarlo entro quest'anno», ha affermato il presidente americano. Parole che hanno trovato subito eco nelle esternazioni della padrona di casa: nonostante le «tante riserve e paure, un successo è possibile» nel 2016 anche per Merkel, la quale si è impegnata a mobilitare l'Ue per la causa.

Eppure in Germania l'accordo di libero scambio fra Usa e Unione europea incontra grande diffidenza: ieri circa 35mila persone hanno protestato nel capoluogo della Bassa Sassonia; e anche oggi in duecento hanno manifestato contro il patto, che stando ai due leader «aumenterà e non abbasserà gli standard, migliorando le tutele sul lavoro, sull'ambiente e per i consumatori». Aiuterà anche il Sud Europa, ha incalzato Obama, perchè il Ttip creerà nuova occupazione. Alla vigilia di un G5 informale - domani ad Hannover Obama e Merkel incontreranno Matteo Renzi, Francois Hollande e David Cameron per affrontare le emergenze del terrorismo e dei migranti - i due leader si sono confrontati a quattr'occhi anche su Libia, Siria e Ucraina. Hanno espresso forte preoccupazione per la ripresa dei combattimenti ad Aleppo, ribadendo che «la soluzione non può essere che politica» a Damasco; mentre Obama ha spiegato di ritenere «molto difficile creare delle zone di sicurezza», ipotesi rilanciata ieri dalla cancelliera. Centrale in agenda anche la necessità di sostenere il governo libico: «È tutt'altro che facile avere uno Stato adeguato in Libia e siamo concentrati su questo», ha spiegato Merkel.

Alla richiesta di Washington di aumentare l'impegno sulle spese militari e di fronte all'insistente sottolineatura dell'importanza del partner tedesco nel contrasto all'Isis, la cancelliera ha risposto che Berlino è «molto più attiva» - in Iraq, come in Africa, in Siria nel sostegno a Hollande, come in Afghanistan, dove ha ribadito la propria presenza - proprio perchè vede «minacciata la propria sicurezza». È sull'emergenza profughi poi che il presidente americano ha toccato quasi un registro sentimentale: Angela «è dalla parte giusta della storia», ha affermato, e «deve essere ammirata» per la sua leadership «coraggiosa». Forse ha compreso così bene i rifugiati, ha spiegato, «perchè ha vissuto dietro un muro e sa cosa sia l'aspirazione alla libertà». «Sono orgoglioso anche del popolo tedesco», ha aggiunto a riguardo. L'amica di cui è «fiero», stando alle parole usate in un'intervista rilasciata ieri alla Bild, è stata lusingata in più momenti e modi: lodi per l'ironia - «voi non lo sapete perchè è sempre molto seria in pubblico, ma ha grande senso del'umorismo» - come per il pugno fermo. «È stata il rapporto e l'amicizia più importante del mio mandato presidenziale», ha sostenuto. E quando gli è stato chiesto se invidiasse la circostanza che, al contrario di lui, Merkel potrà ricandidarsi senza limiti alla guida del Paese, ha risposto: «No non la invidio. Ma sono contento che sia ancora qui, il mondo potrà giovarsene».

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