Immigrati Dreamers, il dietrofront di Trump: «Esaminerò di nuovo la questione»

Immigrati Dreamers, il dietrofront di Trump: «Esaminerò di nuovo la questione»
di Luca Marfé
Mercoledì 6 Settembre 2017, 16:31 - Ultimo agg. 21:56
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NEW YORK - Sul destino dei “sognatori” Donald Trump potrebbe ripensarci. Il colpo di scena arriva nella tarda serata americana e, come da copione, il presidente lo affida a Twitter:

«Il Congresso adesso ha sei mesi di tempo per legalizzare la posizione dei DACA (un qualcosa che l’amministrazione Obama non è stata capace di fare). Se non dovessero riuscirci, esaminerò di nuovo la questione!».



Il tema è rovente e in qualche modo giustifica il punto esclamativo finale. E il tycoon lo sa bene.

La polemica era esplosa soltanto poche ore prima quando il ministro della Giustizia Jeff Sessions aveva annunciato in diretta televisiva la cancellazione del Deferred Action for Childhood Arrivals, ossia di quel programma che ha tutelato fino ad ora destino e futuro di circa 800mila giovani immigrati irregolari. Un impianto messo in piedi nel 2012 da Barack Obama che, senza passare per le forche caudine del Congresso ma attraverso un più spedito ordine esecutivo, si era schierato con fare convinto dalla parte dei cosiddetti “dreamers”.

Lo stesso Obama che non ha esitato a definire la decisione di Trump «sbagliata, autolesionista e crudele».

Dal canto suo, però, il Commander in Chief altro non ha fatto che mantenere l’ennesima promessa elettorale, venendo incontro alle richieste di chi, attraverso il proprio voto, gli aveva chiesto di blindare sicurezza e frontiere del Paese. Tuttavia, per quanto la compassione non sia uno dei punti di forza dell’attuale amministrazione, persino il tycoon dimostra di avere un cuore e di poter tornare sulla propria, discussa, discutibile, decisione.

Ora non resta che stabilire se i suoi 140 caratteri fossero effettivamente finalizzati ad un cambio di rotta o se, come sostiene più di qualcuno, si sia trattato soltanto di una maniera per aumentare le pressioni attorno a un Congresso sul quale questo presidente ama scaricare le questioni più spinose. Congresso peraltro già pesantemente oberato da riforma sanitaria, fiscale ed esplosivi dossier di politica estera.

Sui “dreamers”, però, Trump potrebbe ripensarci sul serio. Questo perché alla volontà di accontentare gli ambienti più a destra del suo elettorato fanno da contraltare due eventualità potenzialmente disastrose: un contraccolpo economico da mezzo triliardo di dollari in 10 anni ed un linciaggio mediatico senza precedenti. E questo duplice rischio potrebbe essere davvero troppo, persino per lui.

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