Spinta al suicidio in chat, si toglie la vita con un veleno ordinato online. Il medico legale al governo: «Perché l'acquisto è così facile?»

La donna era sposata e aveva avuto «difficoltà a livello di salute mentali per anni», arrivando a utilizzare interner per cercare modi di togliersi la vita

Spinta al suicidio in chat, si toglie la vita con un veleno ordinato online. Il medico legale al governo: «Perché l'acquisto è così facile?»
Spinta al suicidio in chat, si toglie la vita con un veleno ordinato online. Il medico legale al governo: «Perché l'acquisto è così facile?»
Domenica 31 Dicembre 2023, 19:44
2 Minuti di Lettura

Chloe Macdermott, una donna inglese di 43 anni, si è tolta la vita utilizzando un prodotto ordinato su Amazon dagli Stati Uniti. L'acquisto è avvenuto dopo essere entrata a far parte di un forum che incoraggiava il suicidio. 

Secondo quanto è stato riportato dal DailyMail, Chloe aveva stretto un patto, la notte della sua morte, con altri membri del forum. La donna era sposata e aveva avuto «difficoltà a livello di salute mentali per anni», arrivando a utilizzare interner per cercare modi di togliersi la vita.

In seguito alla sua morte, avvenuta nel 2021, Paul Rogers, assistente medico legale di Londra, ha scritto sia a Google che ad Amazon per metterli al corrente del rischio posto dai loro servizi e della facilità con cui possono essere comprate sostanze letali. 

Rogers ha sottolineato che il sito da cui è stato fatto l'acquisto non aveva restrizioni di età o di altro tipo che potessero prevenire l'accesso ad adolescenti o adulti vulnerabili.

In più, ha segnalato l'assenza di «segnalazioni evidenti» che potessero fornire aiuto e di una «amministrazione efficace» che procedesse a rimuovere l'eventuale contenuto pericoloso dal sito. 

Video

Rimane un mistero come sia stato possibile per Chloe procedere con l'acquisto di tale prodotto e come sia arrivato nel Regno Unito, senza che ci fossero controlli doganali efficaci. Oltre ad aver scritto ai vice presidenti di Google e Amazon, Rogers ha mandato il suo rapporto sul caso al ministro dell’Interno James Cleverley, al ministro della Sanità Victoria Atkins, al ministro della Cultura Lucy Fraser e alla polizia.

Hanno tempo fino a febbraio del prossimo anno per rispondere alle sue preoccupazioni. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA