Bagnasco: in Italia aria ammorbata
da comportamenti licenziosi, va purificata

Il cardinale Bagnasco
Il cardinale Bagnasco
di Franca Giansoldati
Lunedì 26 Settembre 2011, 16:13 - Ultimo agg. 27 Ottobre, 00:09
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ROMA - I vescovi suonano il "de profundis". Mortifica dover prendere atto di comportamenti non solo contrari al pubblico decoro ma intrinsecamente tristi e vacui. E ancora: «Si rincorrono con mesta sollecitudine racconti che, se comprovati a livelli diversi rilevano stili di vita difficilmente compatibili con la dignità delle persone e il decoro delle istituzioni e della vita pubblica».



Amarezza, mortificazioni, delusioni e quant'altro. Il cardinale Angelo Bagnasco apre i lavori del consiglio permanente della Cei dedicando ampi paragrafi alla crisi «morale e culturale» che sta attraversando il Paese, colpa anche di un «deterioramento del costume e del linguaggio pubblico». I riferimenti alle inchieste in corso che coinvolgono anche il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi sono impliciti. «I comportamenti licenziosi e le relazioni improprie sono in se stessi negativi e producono un danno sociale a prescindere dalla loro notorietà. Ammorbano l'aria e appesantiscono il cammino comune».



La Chiesa così come gli italiani guardano «con sgomento gli attori della scena pubblica e l'immagine del Paese all'esterno ne viene pericolosamente fiaccata». Stavolta la relazione del presidente dei vescovi è assai diversa da quelle del passato, molto più orientata ad una severa analisi della situazione sociale e meno diplomatica, meno sfumata e attenta a non urtare troppo la politica; segno evidente della grande preoccupazione che alberga all'interno delle gerarchie di fronte alla deriva etica del Paese. «Ciò che sta accadendo in una società mediatizzata, lo svelamento del torbido» finisce per diventare contagioso e da «una situazione abnorme se ne generano altre, e l'equilibrio generale ne risente in maniera progressiva».



Da qualche tempo ai vertici della Cei continuavano ad arrivare lamentele e mugugni da parte della base cattolica. Alla fine il cardinale Bagnasco, dopo innumerevoli sollecitazioni da parte di decine e decine di vescovi, ha deciso si rompere gli argini e affrontare all'interno del Consiglio Permanente la questione morale che, ha detto, «non è una invenzione mediatica: nella dimensione politica, come in ciascun ambito privato o pubblico, essa è una evenienza grave che ha in sé un appello urgente».



Morale: non si può più stare in silenzio. In un altro passaggio del discorso Bagnasco invita i politici all'onestà. «Chi rientra oggi nella classe dirigente del Paese deve sapere che ha doveri specifici di trasparenza e economicità».



«Sta lievitando una partecipazione che si farebbe fatica a non registrare, e una nuova consapevolezza che la fede cristiana non danneggia in alcun modo la vita sociale. Anzi», dice quindi Bagnasco riguardo alla «presenza dei cattolici nella società civile e nella politica». «Sembra rapidamente stagliarsi all'orizzonte - osserva ancora il presidente dei vescovi - la possibilità di un soggetto culturale e sociale di interlocuzione con la politica, che - coniugando strettamente l'etica sociale con l'etica della vita - sia promettente grembo di futuro, senza nostalgie né ingenue illusioni».



Poi Bagnasco spezza una lancia a favore della lotta contro la corruzione, gli appalti truccati, l'improprio sfruttamento della funzione pubblica, l'evazione fiscale (definita cancro sociale). Ancora sul fronte politico sprona i cattolici a darsi da fare con un esempio mirabile. Poi benedice la Cosa Bianca, il progetto che vedrà la luce a Todi attorno alla metà di questo mese e al quale aderiranno la maggior parte delle sigle ecclesiali, compreso molti parlamentari cattolici in ambo gli schieramenti.



Infine Bagnasco esprime l'auspicio che la legge sulle dichiarazioni anticipate di trattamento possa giungere quanto prima in porto in Senato, dove deve transitare per il secondo passaggio dopo il voto positivo alla Camera. «Lo sollecitiamo con rispetto, nella persuasione che si tratta di un provvedimento oggi necessario per salvaguardare il diritto di tutti».



Fini: monito da tenere in considerazione. «Si tratta di un monito che spero venga tenuto nella dovuta considerazione - ha detto il presidente della Camera Gianfranco Fini - E' un appello alle coscienze e un invito, a tutti coloro che hanno responsabilità, a onorarlo in ogni comportamento».



«Non passerà molto tempo prima che si torni alle urne - ha detto Fini - L'asse Berlusconi-Bossi non può rappresentare il centrodestra».



«Da Bossi parole intollerabili, Alfano costretto a tacere». «Alfano cosa aspetta a dire a Bossi che le sue parole sono intollerabili? - dice Fini - So che non la pensa diversamente da me, ma Alfano non ha libertà di farlo e deve ingoiare bocconi amari pur di mantenere la gestione del potere».



«Governo debole e confuso». «In questo momento l'Italia ha un governo debole e confuso soprattutto per quel che riguarda le questioni economiche - ha detto il presidente della Camera - Il governo ha perso credibilità internazionale e la maggioranza che lo sostiene risente ogni giorno di più delle posizioni leghiste. Da più parti si è invitato il presidente del Consiglio a fare un passo indietro, ma il realismo impone di prendere atto che non ne ha alcuna intenzione. Ha ragione, finché ci sarà una maggioranza che lo sostiene».



Cesa: le parole di Bagnasco limpide come l'acqua. «Le parole del cardinal Bagnasco - dice il segretario dell'Udc, Lorenzo Cesa - non hanno bisogno di commenti ipocriti o interessati. Sono limpide come l'acqua di una fonte e richiedono oggi a tutti noi, cristiani impegnati in politica, traduzioni tempestive e comportamenti conseguenti. Opereremo perché la politica recuperi quella credibilità e quell'onore cosi gravemente compromessi in questi anni».



Rutelli: monito forte e chiaro. «Ci si aspettava da parte della Chiesa italiana un pronunciamento sulla crisi morale del nostro Paese, ed è arrivato molto forte e molto chiaro».



Acli: Berlusconi abbia coraggio e si dimetta. «Le parole del Card. Bagnasco vanno accolte come un monito durissimo da parte di chi in questi anni ha governato il Paese lasciando che comportamenti privati palesemente immorali assurgessero a rilevanza pubblica -dice il presidente nazionale delle Acli, Andrea Olivero- La Chiesa non fa moralismo, ma richiama ciascuno ad un comportamento consono ai ruoli che ricopre, prescritto in modo inequivocabile dalla stessa Carta costituzionale. Diversamente, come sta accadendo da diverso tempo, crolla la credibilità delle istituzioni e dello stesso Paese nel contesto internazionale. Non possiamo tacere di fronte al continuo riproporsi di vicende squallide, accompagnate da altrettanto tristi esibizioni di zelo scandalistico. Il presidente Berlusconi abbia il coraggio di compiere una scelta non più procrastinabile e, dimostrando così di avere ancora a cuore il bene dell'Italia, rimetta il suo mandato per aprire una fase nuova della politica del Paese. Sarà solo il primo passo, necessario ma non sufficiente, per iniziare il rinnovamento etico invocato negli scorsi giorni da Papa Benedetto. Ma nessuno si chiami fuori: corruzione, evasione fiscale, criminalità organizzata, diffusa illegalità, come ha ancora ricordato oggi ed in precedenti occasioni il card. Bagnasco, impongono cambiamenti di gruppi dirigenti ed insieme di costumi personali e politici diffusi. Per "purificare l'aria" del Paese ognuno deve fare la sua parte».



Cicchitto: richiamo importante, ma niente strumentalizzazioni. «Il richiamo del Cardinal Bagnasco - dice il capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto - alla serietà, alla sobrietà, alla solidarietà, al rifiuto della reciproca denigrazione, allo stile di vita individuale, ai comitati d'affari, alle indagini unilaterali, costituisce l'espressione di una riflessione in atto nel mondo cattolico che richiede da parte di tutti noi un'attenta considerazione e che però non va banalizzata con considerazioni politiche strumentali».



Bondi: rischio strumentalizzazione politica. «Le parole pronunciate oggi dal cardinal Bagnasco, seppure legittime e comprensibili, rischiano di apparire unilaterali e di venire strumentalizzate politicamente - dice Sandro Bondi del Pdl - Come cattolico ritengo che la società italiana, nella sua interezza, abbia bisogno, come ha ricordato Bagnasco, di un profondo rinnovamento. Ma un vero rinnovamento che sarà tanto più autentico e credibile quanto più maturerà lontano da ogni ipocrisia moralistica e da ogni tentazione politicista».



Sacconi: nessuno deve usare questo monito come una clava contro altri. «Il presidente della Cei ha rivolto un invito a tutti a riflettere sulla condizione delle istituzioni, dell'economia e della società in Italia - commenta il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi - Ciascuno deve riflettere e nessuno può usare il suo monito come una clava contro l'altro accentuando quel conflitto che il cardinale Bagnasco invita a superare nel nome del bene comune. E nel breve i parlamentari che apprezzano il suo messaggio, ovunque si trovino collocati, sanno di dover concorrere alla definitiva approvazione della legge sul fine di vita».



Fioroni: l'Italia non può fare a meno dei cattolici.
«La prolusione del cardinale Bagnasco - commenta il deputato del Pd Giuseppe Fioroni - indica i punti cardinali per uscire dallo spaesamento delle coscienze in cui ciascun cittadino italiano oggi vive. Il richiamo all'etica come aggettivo qualificativo di tutte le nostre azioni per tutti, ma con maggior rigore a chi è impegnato in politica, rappresenta le ragioni di una vera emergenza sia nella vita pubblica sia in quella privata».
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