Consip, Gasparri conferma: «Ho preso 100 mila euro da Romeo»

Consip, Gasparri conferma: «Ho preso 100 mila euro da Romeo»
Lunedì 8 Maggio 2017, 17:05 - Ultimo agg. 9 Maggio, 10:27
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Cinque ore per confermare la sua “verità”. «Quei soldi da Romeo li ho presi, circa 100 mila euro dal 2012 al 2016», ha affermato Marco Gasparri, ex dirigente Consip sentito ieri in incidente probatorio, un atto istruttorio irripetibile, chiesto ed ottenuto dalla Procura di Roma nell’indagine che il primo marzo scorso ha portato all’arresto dell’imprenditore Alfredo Romeo per l’accusa di corruzione.

Si tratta del terzo interrogatorio in cui Gasparri conferma di avere avuto dazioni di denaro per fornire, in cambio, notizie sugli appalti in Consip e diventare una sorta di facilitatore o «prototipatore», come ribattezzato dallo stesso Romeo. Con l’atto istruttorio di ieri che è servito all’accusa per cristalizzare come valore di prova le affermazioni di Gasparri in vista di un processo.

Alla luce di quanto dichiarato ieri davanti al gip Gaspare Sturzo, infatti, la Procura di Roma potrebbe dare un nuovo colpo di acceleratore all’indagine formalizzando la richiesta di giudizio immediato per i due indagati in questo filone d’indagine. Resterebbero aperti quelli relativi alla rivelazione del segreto d’ufficio che vede indagati, tra gli altri, il ministro Luca Lotti e sul traffico di influenze che ha portato all’iscrizione di Tiziano Renzi, padre dell’ex presidente del consiglio.

Sostanzialmente Marco Gasparri ha ribadito quanto aveva affermato nel dicembre scorso davanti al procuratore aggiunto Paolo Ielo e al sostituto Mario Palazzi. In quella circostanza l’ex dirigente della centrale acquisti della pubblica amministrazione aveva affermato che «i rapporti con Romeo» erano iniziati «ad essere stabili dal 2013 con una prima dazione di 5000 euro, dal 2014 in poi i versamenti diventarono sempre più frequenti. In totale per la mia attività ho ricevuto circa 100 mila euro». Sostanzialmente Gasparri, come da lui ammesso, era «a disposizione di Roma».

Dal 2012 al 2016, secondo gli investigatori, tra Romeo e Gasparri ci sarebbe stato un «sinallagma corruttivo», un contratto di fatto. «Di regola gli appalti si perdono per ‘banalità’, magari perché non si colgono particolari, dettagli e sfaccettature del capitolato», ha spiegato a dicembre Gasparri ai magistrati. «Ecco, a tale riguardo io mi sono messo a disposizione del Romeo almeno dal 2014 in poi», aggiunge.

Le gare le predisponeva egli stesso. «Negli ultimi due anni mi sono incontrato con il Romeo quasi tutte le settimane - ancora Gasparri - magari soltanto un’ora o mezz’ora, ma tutte le settimane». Romeo era solito parlare a bassa voce, omettere dei nomi o scrivere “pizzini” nel timore di essere intercettato nel suo ufficio, ha raccontato pochi giorni prima di Natale l’ex dirigente Consip.

Intanto, il collegio difensivo di Romeo composto dagli avvocati Francesco Carotenuto, Alfredo Sorge, Gianni Vignola, Raffaele Ferola e Giuseppe Giacomini, in una nota afferma: «Gasparri ha reso molti chiarimenti rispetto ai precedenti interrogatori, precisando diversi aspetti tutti ritenuti molto utili alla difesa di Alfredo Romeo e della società Romeo Gestioni, tanto da ritenere ormai difficilmente configurabili ipotesi di reato e di illeciti amministrativi».

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