Consip, corruzione e appalti: Alfredo Romeo condannato a due anni e mezzo

Consip, corruzione e appalti: Alfredo Romeo condannato a due anni e mezzo
di Giuseppe Crimaldi
Venerdì 4 Novembre 2022, 23:29 - Ultimo agg. 6 Novembre, 09:06
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Due anni e sei mesi: è la condanna emessa ieri sera dal Tribunale di Roma nei confronti dell’imprenditore Alfredo Romeo nell’ambito di uno dei filoni della maxi indagine sul caso Consip. Il verdetto è stato letto dal presidente dell’ottava sezione penale del Tribunale capitolino al termine di una camera di consiglio durata oltre due ore. I giudici hanno comminato all’imprenditore anche la pena accessoria della incapacità a contrarre con la pubblica amministrazione per un anno, oltre alla confisca di 100mila euro e una provvisionale immediatamente esecutiva di 150mila euro a favore della Consip. I giudici hanno disposto anche un risarcimento in favore di Cittadinanza attiva di 10mila euro. Esclusa invece la responsabilità della Romeo Gestioni.

Cala così il sipario sul primo atto di una vicenda giudiziaria complessa e delicata. Romeo era stato rinviato a giudizio dopo le indagini svolte dalla Procura, che per l’imprenditore aveva chiesto una condanna a quattro anni e dieci mesi: era imputato con l’accusa di corruzione nel procedimento in cui risultava coinvolto anche l’ex dirigente della centrale unica di acquisti della pubblica amministrazione, Marco Gasparri, che per questa vicenda ha già patteggiato una condanna a un anno e otto mesi. Gasparri era diventato anche il grande accusatore di Romeo, ammettendo di avere ricevuto da lui - nel periodo intercorso tra il 2012 e il 2016 - circa 100mila euro in cambio di notizie, informazioni riservate e aiuti nei bandi di gara in Consip.

«Abbiamo la certezza che nei gradi successivi di giudizio sarà affermata senza alcuna riserva l’innocenza del nostro assistito anche in relazione alla residua ipotesi di reato per la quale ha subito la odierna condanna». Ad affermarlo è l’avvocato Alfredo Sorge, che assiste assieme a Gian Domenico Caiazza l’imprenditore Alfredo Romeo.

I difensori, inoltre, «prendono atto del drastico ridimensionamento delle originarie accuse contestate e della piena assoluzione della società del gruppo Romeo».

La Romeo Gestioni Spa, dal canto suo, ha fatto sentire la propria voce in una nota nella quale si legge che «prende atto con estrema soddisfazione del dispositivo pronunciato dal Collegio Penale del Tribunale di Roma, presieduto dalla dottoressa Roja, con cui, a chiusura del procedimento Consip, avviato nel 2017, la società è stata completamente prosciolta da ogni ipotesi accusatoria perché, come chiarito dai giudici espressamente nel dispositivo di sentenza, l’illecito amministrativo contestato è risultato insussistente».  «Per conseguenza - si spiega - il Tribunale ha disposto l’immediata restituzione alla societa dell’intera somma di circa 3 milioni di euro versata nel 2017 per decisione del Gip del Tribunale di Roma». 

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Ma quella di ieri non è la prima sentenza che riguarda l’inchiesta Consip. Di fatto, nel corso del loro svolgimento, le indagini dei pm romani si erano dipanate lungo un troncone principale, dal quale poi erano scaturiti altri filoni.

La prima condanna per il caso Consip era arrivata nel gennaio del 2021, con la condanna a dieci mesi inflitta al generale Tullio Del Sette, ex comandante generale dei carabinieri accusato di rivelazione del segreto di ufficio e favoreggiamento. La sentenza maturò nell’ambito di un processo-stralcio che era stato sollecitato dallo stesso Del Sette, che aveva rinunciato all’esame di testimoni, dopo il rinvio a giudizio nel filone principale della maxi-indagine condotta dal pm Mario Palazzi

Nel procedimento principale risultavano numerosi altri imputati, tra i quali anche l’ex ministro Luca Lotti il generale dei carabinieri, Emanuele Saltalamacchia e l’ex maggiore del Noe Giampaolo Scafarto (questi ultimi due poi prosciolti dal gup Forleo). Gli accertamenti, poi approdati per competenza a Roma, dovevano far luce sulle irregolarità della gara d’appalto, suddivisa in 18 lotti e bandita nel 2014, del valore di 2,7 miliardi di euro, la Facility Management (FM4), che si occupava della fornitura di servizi (come pulizia e manutenzione) per gli uffici della Pubblica amministrazione.  

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