Consip, il pm: «Verdini, Bocchino e il papà di Renzi a giudizio»

Consip, il pm: «Verdini, Bocchino e il papà di Renzi a giudizio»
di Leandro Del Gaudio
Sabato 19 Dicembre 2020, 09:30
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Non hanno rinunciato a chiedere il processo. Cinque anni dopo l'inchiesta terremoto che scosse i palazzi del potere (non solo politici, ma anche dell'imprenditoria), arriva una nuova mossa da parte della Procura di Roma. È stato il pm Mario Palazzi a chiedere il processo a carico di Tiziano Renzi, padre dell'ex presidente del Consiglio Matteo, finito al centro di una trama di intercettazioni disposte originariamente dalla Procura di Napoli. Nei suoi confronti l'accusa di traffico di influenze illecite, in uno scenario che vede tuttora coinvolti altri vip del mondo politico e affaristico: parliamo degli ex parlamentari di centrodestra Denis Verdini, Italo Bocchino e Ignazio Abrignani. Ma proviamo a ricostruire una storia che risale al 2014, quando la Procura di Napoli (inchiesta condotta dal pm anglopartenopeo Henry John Woodcock) accende i riflettori su presunti maneggi all'ombra del più importante appalto (per tetto di spesa) stabilito in quel periodo: Fm4, indetto dalla Consip, la principale stazione di committenza per gli appalti della pubblica amministrazione italiana. Ma quali sono state le conclusioni della Procura di Roma? A Verdini vengono contestati i reati di turbativa d'asta e concussione, mentre per Bocchino i pm di piazzale Clodio contestano il traffico di influenze illecite, la turbativa d'asta e reati tributari. Una tranche di indagine che è legata alla decisione del gip Gaspare Sturzo che, nel febbraio scorso, aveva parzialmente respinto la richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura. In sintesi, il gip Sturzo aveva chiesto per gli indagati un supplemento di accertamenti, oltre a sollecitare, contestualmente, l'iscrizione nel registro di Verdini e di altre posizioni presenti in una informativa di polizia giudiziaria. 

Ma non ci sono solo ex politici al centro dell'udienza preliminare che dovrà essere fissata nei prossimi mesi. In sintesi, i pm hanno formalizzato la richiesta di processo anche per il manager Carlo Russo, accusato di turbativa d'asta ed estorsione; e per l'imprenditore napoletano Alfredo Romeo, accusato di traffico di influenze illecite, corruzione e turbativa d'asta. Stessa richiesta per l'ex ad di Grandi stazioni Silvio Gizzi per turbativa d'asta e per l'ex ad di Consip Domenico Casalino, a sua volta chiamato a difendersi dalle accuse di traffico di influenze illecite e turbativa d'asta; per il dirigente Francesco Licci, chiamato a rispondere di traffico di influenze illecite; per l'ex parlamentare Abrignani per turbativa d'asta e concussione e per l'imprenditore Ezio Bigotti (concussione e turbativa d'asta).

Ma su cosa battono le accuse a carico di Renzi senior? Centrale il rapporto con l'imprenditore (e amico di lunga data) Carlo Russo. In sintesi, Russo, agendo in accordo con Tiziano Renzi e «sfruttando relazioni esistenti con l'allora amministratore delegato di Consip, Luigi Marroni», avrebbe istigato quest'ultimo «al compimento di atti contrari al proprio ufficio» e «consistenti nell'intervenire sulla commissione aggiudicatrice della gara Fm4». In particolare, l'attività illecita sarebbe stata compiuta sul presidente della commissione aggiudicatrice Licci, «anche per il tramite di Domenico Casalino», per «facilitare la Romeo Gestioni, partecipante alla Fm4, mediante l'innalzamento del punteggio tecnico nella fase di valutazione tecnica dei progetti». Una trama di rapporti tra Napoli e Roma. Scrivono i pm: Russo, in base al capo di accusa, «si faceva dare da Alfredo Romeo, che agiva in accordo con Italo Bocchino, utilità consistite nella stipula di un contratto di lavoro», a favore della cognata, «e numerose ospitalità negli hotel di proprietà del gruppo Romeo, nonchè si faceva promettere denaro in nero per sè e per Tiziano Renzi» e «promettere la stipula di un contratto di consulenza». Quanto reggano queste accuse (anche alla luce delle rispettive memorie difensive), a distanza di oltre cinque anni, lo stabilirà il gup del Tribunale di Roma. 

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