Tumore pancreas, scoperto farmaco che riduce mortalità. «Efficacia dimostrata negli studi». Ecco cosa è e come funziona

È il primo farmaco per un «trattamento di seconda linea per il tumore del pancreas» e con vantaggi significativi in termini di sopravvivenza e di qualità di vita

Tumore al pancreas, scoperto farmaco che riduce mortalità. «Efficacia dimostrata negli studi». Ecco cosa è e come funziona
Tumore al pancreas, scoperto farmaco che riduce mortalità. «Efficacia dimostrata negli studi». Ecco cosa è e come funziona
Giovedì 22 Febbraio 2024, 20:31 - Ultimo agg. 22:07
4 Minuti di Lettura

Un nuovo farmaco contro il tumore del pancreas metastatico, che utilizza la nanotecnologia per raggiungere il bersaglio, è stato autorizzato al rimborso dall'Agenzia Italiana del farmaco (Aifa). È il primo farmaco per un «trattamento di seconda linea per il tumore del pancreas» e con vantaggi significativi in termini di sopravvivenza e di qualità di vita. È noto con la sigla Nal-IRI (irinotecano liposomiale pegilato) e si somministra in associazione con una terapia a base di 5-FU/LV (5-fluorouracile e leucovorin). La sua efficacia è stata dimostrata dallo studio registrativo di fase III Napoli-1, che ha documentato «un miglioramento statisticamente significativo della sopravvivenza mediana da 4,2 a 6,1 mesi rispetto al solo 5-FU/LV, con una riduzione del rischio di morte del 33%».

 

Come funziona

«A causa della sua scarsa vascolarizzazione, questa neoplasia si caratterizza per la quantità limitata di farmaco che riesce a raggiungere le cellule tumorali», spiega Romano Danesi, docente di Farmacologia all'Università di Milano.

Proprio per aggirare questa limitazione Nal-IRI - al quale è stato riconosciuto lo status di farmaco orfano, che si riconosce in genere a quelli per le malattie rare - sfrutta la tecnologia delle nanoparticelle liposomiali: il principio attivo (irinotecano) viene veicolato attraverso piccolissime vescicole lipidiche che si accumulano in modo preferenziale nelle cellule del tessuto tumorale liberando qui il farmaco e bloccandone la replicazione.

 

Mortalità

Solo pochi giorni fa, il 13 febbraio, l'ente Usa dei farmaci, Fda, ha approvato Nal-IRI anche come trattamento di prima linea negli adulti affetti da adenocarcinoma pancreatico metastatico sulla base dei risultati dello studio di fase III Napoli-3. Il tumore del pancreas è una delle neoplasie più difficili da diagnosticare e con una sopravvivenza a 5 anni dell'11% negli uomini e del 12% nelle donne. Secondo i dati più recenti, nel 2022 in Italia sono state stimate 15.000 nuove diagnosi, di cui oltre la metà circa, in fase metastatica. Si tratta dell'unico tumore del tratto gastrointestinale che in 40 anni non ha registrato miglioramenti in termini di sopravvivenza. «Con questa terapia - afferma Sara Lonardi, dell'Istituto Oncologico Veneto - oltre a poter contare su un beneficio concreto, possiamo dire di avere finalmente a disposizione una novità per il trattamento di questo tipo di tumore».

 

Il meccanismo di resistenza

Uno studio internazionale ideato dal big dell'oncologia Carlo Maria Croce, lo scienziato italiano più citato al mondo secondo la classifica dei 'Top Italian Scientists', in forze negli Usa alla Ohio State University, ha svelato per la prima volta il meccanismo di sopravvivenza e progressione del cancro al pancreas. Una scoperta che apre la strada a nuovi approcci terapeutici. Alla ricerca, pubblicata su 'Nature Signal Transduction and Targeted Therapy', hanno collaborato diversi centri in Italia come l'università Sapienza di Roma, l'università di Modena e Reggio Emilia e il Centro di riferimento oncologico (Cro) di Aviano, Pordenone. Da un punto di vista biologico - spiega una nota della Sapienza - le cellule tumorali sono continuamente sottoposte a stress: il loro microambiente, infatti, è povero di ossigeno e soprattutto di nutrienti. Questo è particolarmente vero per il tumore del pancreas, spesso resistente ai trattamenti. Come questa neoplasia riesca a mantenere un alto tasso di proliferazione in carenza di nutrienti era un mistero, su cui ora fa luce il nuovo studio.

 

Lo studio

Secondo gli autori, «alla base vi è la mancata espressione di una piccola molecola di Rna non codificante (microRna) denominata miR-15a, che è normalmente espressa nel pancreas sano, ma viene spesso persa durante le fasi precoci di trasformazione neoplastica. Il miR-15a rappresenta una sorta di freno molecolare che mantiene costantemente bassi i livelli della proteina Fra-2, un fattore di trascrizione di cruciale importanza per la risposta del tumore allo stress. In assenza di miR-15a, le cellule tumorali sollecitate dalla carenza di nutrienti sono libere di esprimere il fattore di trascrizione Fra-2 che, a cascata, attiva la trascrizione di geni fondamentali per la loro sopravvivenza. Tra i geni target di Fra-2 c'è il recettore per Igf1 (Igf1-recettore), responsabile dello stimolo proliferativo».

 

La scoperta

«La scoperta di questo meccanismo - afferma Gian Luca Rampioni Vinciguerra, primo nome dello studio e ricercatore del Dipartimento di Medicina clinica e molecolare della Sapienza - accresce la nostra comprensione della malattia e fornisce un razionale utile per l'impostazione delle terapie». «Nei nostri modelli - precisa lo scienziato - il tumore del pancreas in carenza di nutrienti diventa dipendente dall'attivazione di Igf1-recettore, quindi estremamente sensibile alla sua inibizione farmacologica, che diventa un'arma estremamente efficace per contrastare la crescita tumorale».

© RIPRODUZIONE RISERVATA