Papa Francesco è ancora raffreddato ma all'udienza usa la jeep per rassicurare i fedeli: in curia circola un libretto anonimo pre-conclave

«Cari fratelli e sorelle, ancora sono raffreddato e non posso leggere bene la catechesi, la leggerà un aiutante mio»

Papa Francesco è ancora raffreddato ma all'udienza usa la jeep per rassicurare i fedeli: in curia circola un libretto anonimo pre-conclave
Papa Francesco è ancora raffreddato ma all'udienza usa la jeep per rassicurare i fedeli: in curia circola un libretto anonimo pre-conclave
di Franca Giansoldati
Mercoledì 6 Marzo 2024, 10:09 - Ultimo agg. 10:30
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A dispetto della giornata non proprio primaverile – a Roma ci sono 13 gradi – Papa Francesco reduce dall'indisposizione che si trascina ormai da un po' di tempo, si è presentato all'udienza generale sulla Papamobile facendo un ampio giro sula piazza. I gendarmi lo scortavano davanti e dietro come sempre, e sulla vettura accanto a lui c'erano due bambini che salutavano la folla, per nulla intimiditi da quell'insolito ruolo. Papa Francesco stretto in un pesante cappotto bianco benediceva contento i fedeli, poi la jeep ha raggiunto il sagrato dove è stato aiutato a scendere da un inserviente ed è stato sistemato sullo scranno per leggere la catechesi oggi dedicata al vizio capitale della superbia. Ai fedeli si è subito rivolto scusandosi per non potere leggere il testo preparato, la bronchite lo tormenta ancora, segno che le cure non hanno ancora fatto effetto. «Cari fratelli e sorelle, ancora sono raffreddato e non posso leggere bene la catechesi, la leggerà un aiutante mio». La decisione di mostrarsi all'aperto, addirittura sulla jeep aperta nonostante il rischio di ricadute per un colpo d'aria, è certamente utile a depotenziare le voci incontrollate che lo riguardano. Da qualche tempo hanno preso a circolare in Vaticano (e fuori) speculazioni su un eventuale prossimo conclave tanto che un gruppo di cardinali ha pubblicato e diffuso tra vescovi e porporati un libretto anonimo in sei lingue in cui vengono messe a fuoco le sfide maggiori per la Chiesa del futuro e, di conseguenza, del Papa che verrà. Papa Francesco ha 87 anni e qualche acciacco dovuto all'età ma mostra grande lucidità ed energia, e al momento non pensa proprio di fare un passo indietro. A chi gli chiede come sta continua a ripetere: «si governa con la testa e non con le ginocchia».

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SUPERBIA

La catechesi di stamattina ha ripreso il filone dei vizi capitali. «Se la vanagloria è una malattia dell'io umano, essa è ancora una malattia infantile se paragonata allo scempio di cui è capace la superbia». Un collaboratore papale, don Pierluigi Giroli, ha letto una lunga riflessione partendo dagli antichi greci che la definivano con un vocabolo che si potrebbe tradurre 'eccessivo splendore'. «In effetti, la superbia è autoesaltazione, presunzione, vanità. Il termine compare anche in quella serie di vizi che Gesù elenca per spiegare che il male proviene sempre dal cuore dell'uomo. Il superbo è uno che pensa di essere molto più di quanto sia in realtà; uno che freme per essere riconosciuto più grande degli altri, vuole sempre veder riconosciuti i propri meriti e disprezza gli altri ritenendoli inferiori». I sintomi del superbo sono chiari: «È un male con un evidente aspetto fisico: il superbo è altero, ha una dura cervice, cioè, ha un collo rigido, che non si piega. È un uomo facile al giudizio sprezzante: per un niente emette sentenze irrevocabili nei confronti degli altri, che gli paiono irrimediabilmente inetti e incapaci (…) C'è poco da fare con una persona ammalata di superbia. È impossibile parlarle, tantomeno correggerla, perché in fondo non è più presente a sé stessa. Con essa bisogna solo avere pazienza, perché un giorno il suo edificio crollerà».

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OPPOSIZIONE

Il primo cardinale che ha condiviso sui social il libello anonimo sul prossimo conclave è stato il cardinale cinese Joseph Zen.

Si tratta di una radiografia articolata di quello che non avrebbe funzionato nella Chiesa in questi dieci anni. Diversi giornali stranieri hanno riportato la notizia, tra cui il Catholic Herald (in Italia la Bussola Quotidiana e il blog Messainlatino) sottolineando che si tratta di un «attacco sorprendente allo stile autocratico, confuso e vendicativo di Papa Francesco», il quale avrebbe creato negli anni fratture e lacerazioni più «che in qualsiasi altro momento della storia recente». Nel testo si fa più volte riferimento alla «confusione che genera divisione e conflitto. Mina la fiducia nella Parola di Dio. Indebolisce la testimonianza evangelica». Il compito «del prossimo pontificato dovrà essere quello di recuperare e ristabilire le verità che sono state lentamente oscurate o perdute tra molti cristiani». 

Nell'analisi si evidenziano le carenze affiorate, «in primis uno stile di governo autocratico di Francesco, a volte apparentemente vendicativo; una disattenzione in materia di diritto; un'intolleranza per il disaccordo anche rispettoso; e - più seriamente - un modello di ambiguità in materia di fede e morale che causa confusione tra i fedeli. La confusione genera divisione e conflitto. Mina la fiducia nella Parola di Dio. Indebolisce la testimonianza evangelica. E il risultato oggi è una Chiesa più fratturata che in qualsiasi altro momento della sua storia recente».

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Gli anonimi autori mettono poi in evidenza alcuni punti cardine del magistero che sono stati trascurati in questi anni risultando non sempre chiari ai fedeli. “Nessuno si salva se non attraverso Gesù. Dio è misericordioso ma è anche giudice giusto. L'uomo è la creatura di Dio, non un'invenzione di se stesso, una creatura fatta non solo di emozioni e appetiti, ma di intelletto, libero arbitrio e di un destino eterno. Il peccato è reale e i suoi effetti sono letali.

Cosa dovrà fare il nuovo Papa? Viene spiegato che il «nuovo Papa deve ripristinare l'ermeneutica della continuità nella vita cattolica e riaffermare la comprensione del Vaticano I Ie  del giusto ruolo del papato». Il che significa dare una raddrizzata all'autoritarismo attuale. «Il Papa è un successore di Pietro e il garante dell'unità della Chiesa. Ma non è un autocrate. Non può cambiare la dottrina della Chiesa e non deve inventare o alterare arbitrariamente la disciplina della Chiesa. Governa la Chiesa in modo collegiale con i suoi fratelli vescovi nelle diocesi locali. E lo fa in fedele continuità con la Parola di Dio e l'insegnamento della Chiesa. Nuovi paradigmi e nuovi percorsi inesplorati che si discostano da entrambi non sono di Dio».

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Il Secondo punto sottolinea che la Chiesa non è un'autocrazia, né è una democrazia. La Chiesa appartiene a Gesù Cristo. Il Terzo: «l'ambiguità non è né evangelica né accogliente. Piuttosto, genera dubbi e alimenta impulsi scismatici. La Chiesa è una comunità non solo di Parola e sacramento, ma anche di credo. Ciò in cui crediamo aiuta a definirci e sostenerci. Pertanto, le questioni dottrinali non sono oneri imposti da insensibili dottori della legge». Per esempio lo smantellamento e il riutilizzo «dell'Istituto Giovanni Paolo II di Studi sul Matrimonio e la Famiglia di Roma e l'emarginazione di testi come Veritatis Splendor suggeriscono che l'emozione e la compassione hanno preso il sopravvento sulla ragione, la giustizia, la verità. Per una comunità di fede questo è malsano e profondamente pericoloso».

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Il Prossimo Papa dovrà anche ripristinare la centralità del diritto canonico che ordina la vita della Chiesa, armonizza le sue istituzioni e procedure e garantisce i diritti dei credenti.«Tra i segni dell'attuale pontificato c'è la sua eccessiva dipendenza dal motu proprio come strumento di governance e una generale disattenzione e disgusto per i dettagli canonici. Ancora una volta, come per l'ambiguità della dottrina, il disprezzo per il diritto canonico e la corretta procedura canonica hanno minato la fiducia nella purezza della missione della Chiesa».


La Chiesa, si legge ancora, non può essere «ridotta a un sistema di etica flessibile o analisi sociologica e rimodellandosi per adattarsi agli istinti e agli appetiti (e alle confusioni sessuali). Uno dei difetti chiave dell'attuale pontificato è il suo ritiro da una convincente "teologia del corpo" e da una mancanza di un'antropologia cristiana proprio in un momento in cui gli attacchi alla natura e all'identità umana, dal transgenderismo al transumanesimo, stanno aumentando».

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Il successore di Francesco dovrà poi rimettere mano al Vaticano che «ha urgente bisogno di un rinnovamento, di una pulizia delle sue istituzioni, delle sue procedure e del suo personale e di una profonda riforma delle sue finanze per prepararsi a un futuro più impegnativo. Queste non sono piccole cose. Chiedono la presenza, l'attenzione diretta e l'impegno personale di qualsiasi nuovo Papa» si legge nel testo.

Quanto al Collegio dei Cardinali dovrà essere riformato. Viene fatto notare che occorrono uomini di «carattere, forte formazione teologica, esperienza di leadership matura e santità personale. Richiede anche un Papa disposto a chiedere consiglio e poi ad ascoltare. Non è chiaro in che misura questo si applichi nel pontificato di Papa Francesco. L'attuale pontificato ha posto l'accento sulla diversificazione del collegio, ma non è riuscito a riunire i cardinali in concistori regolari progettati per promuovere una genuina collegialità e fiducia tra i fratelli. Di conseguenza, molti degli elettori votanti nel prossimo conclave non si conoscono davvero, e quindi potrebbero essere più vulnerabili alla manipolazione. In futuro, se il collegio deve servire i suoi scopi, i cardinali che lo abitano hanno bisogno di più di uno zucchetto rosso e di un anello. Il Collegio dei Cardinali di oggi dovrebbe essere pro-attivo nel conoscersi per comprendere meglio le situazioni della chiesa locale».

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