Valditara: «Nelle classi tetto per gli alunni stranieri». In arrivo una nuova legge dopo il caso Pioltello

Soglia da individuare ma difficilmente sarà il 20 per cento indicato da Salvini

Valditara: «Nelle classi tetto per gli alunni stranieri». In arrivo una nuova legge dopo il caso Pioltello
Giovedì 28 Marzo 2024, 18:27 - Ultimo agg. 29 Marzo, 15:31
5 Minuti di Lettura

Un tetto massimo di alunni stranieri nelle classi scolastiche: il ministero dell’istruzione e del merito è al lavoro ad una legge ad hoc. Una strada, già indicata dal ministro Giuseppe Valditara, che parte dalla necessità di integrare i ragazzi stranieri che presentano tassi di abbandono scolastico altissimi. Un tema molto delicato aperto da anni. 
Scuola chiusa per Ramadan, il Colle si schiera. Mattarella scrive ai docenti: «Apprezzo il vostro lavoro»

IL DIBATTITO
All’iniziativa non sembrano estranee le polemiche che hanno investito l’istituto Iqbal Masih di Pioltello, vicino Milano, dopo la scelta di sospendere le lezioni il 10 aprile in concomitanza con la fine del Ramadan. La decisione della scuola, approvata dal consiglio di istituto, è stata presa per andare incontro agli alunni di origine musulmana che, nell’istituto di Pioltello, rappresentano il 40% degli iscritti. Sul caso è intervenuto anche il ministro alle infrastrutture Matteo Salvini che, in un’intervista a Porta a Porta, ha lanciato la proposta di fissare un limite alla presenza di alunni non italiani: «Serve un tetto agli alunni stranieri - ha dichiarato Salvini - il 20% per classe».

Ed ha aggiunto: «Se hai tanti bambini che parlano lingue diverse e non parlano l’italiano è un caos. Bisogna controllare la presenza di bambini. Un 20% di bambini stranieri in una classe è anche stimolante ma quando gli italiani sono il 20% dei bambini in classe, come fa una maestra a spiegare?». E così ieri il ministro all’istruzione e al merito, Giuseppe Valditara, è tornato sull’argomento mettendo in luce le criticità e le necessità di una reale integrazione negli istituti scolastici: «Se si è d’accordo che gli stranieri si assimilino sui valori fondamentali iscritti nella Costituzione - ha spiegato in un post - ciò avverrà più facilmente se nelle classi la maggioranza sarà di italiani, se studieranno in modo potenziato l’italiano laddove già non lo conoscano bene, se nelle scuole si insegnerà approfonditamente la storia, la letteratura, l’arte, la musica italiana, se i genitori saranno coinvolti pure loro nell’apprendimento della lingua e della cultura italiana e se non vivranno in comunità separate. È in questa direzione che noi intendiamo muoverci». 
 

LE NORME
I lavori sono già partiti.

Valditara è infatti determinato ad andare avanti su questa direzione con una legge, quindi vincolante per tutte le scuole, che indicherà il tetto massimo più appropriato per le classi. Non è ancora deciso quindi per il 20%. La strada di Valditara è contenuta anche nel suo libro “La scuola dei talenti” in cui il ministro, dati alla mano, evidenzia come il tasso di dispersione scolastica tra gli studenti non italiani sia al 30% contro il 9% degli alunni italiani. Lo stesso Valditara, nei giorni scorsi, ha proposto di sostenere gli studi dei ragazzi stranieri, che all’inizio dell’anno scolastico mostrano carenze importanti nella conoscenza della lingua italiana, in classi di accompagnamento o con corsi pomeridiani obbligatori di potenziamento linguistico extracurricolare. La questione è annosa, quindi, e per Valditara riguarda i ragazzi che non parlano italiano. Altra cosa è invece il caso di Pioltello, su cui si è espresso anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella a cui si era rivolta la vicepreside Maria Rendani, invitandolo a visitare la scuola: «Ho ricevuto e letto con attenzione la sua lettera e, nel ringraziarla - ha aggiunto il Presidente Mattarella - desidero dirle che l’ho molto apprezzata così come, al di là del singolo episodio, in realtà di modesto rilievo, apprezzo il lavoro che il corpo docente e gli organi di istituto svolgono nell’adempimento di un compito prezioso e particolarmente impegnativo». 


I PRECEDENTI
Di fatto la questione del tetto alla presenza di stranieri nelle classi è un argomento di cui si discute ormai da anni e che interessa soprattutto aree specifiche del Paese. Era il 2010 quando, dopo il caso della scuola Carlo Pisacane di Roma dove la presenza di alunni non italiani superava di gran lunga quella degli italiani, l’allora ministra all’istruzione Mariastella Gelmini diramò la circolare numero 2 dell’8 gennaio, con cui fissava al 30% la presenza massima di alunni stranieri nelle classi delle scuole elementari, medie e superiori. A quel tetto però gli uffici scolastici regionali potevano e possono derogare in base alle reali competenze linguistiche dei singoli alunni. Non solo, in molti casi la presenza degli stranieri riflette semplicemente quella dei residenti della zona in cui si trova la scuola quindi, numeri alla mano, la quota percentuale non è di facile applicazione. La scuola di Pioltello infatti è solo una delle tante realtà in cui la presenza di alunni stranieri è notevole: la Lombardia intera rappresenta l’area geografica in cui si registra la maggiore presenza di alunni con cittadinanza non italiana. Basti pensare che ha oltre il 25% degli alunni stranieri di tutta Italia. Seguono, tra le regioni con le percentuali più alte, l’Emilia Romagna, il Veneto e il Piemonte. Sono queste infatti le regioni con il maggior tasso di immigrazione, legato innanzitutto alla maggiore possibilità di trovare lavoro. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA