Salerno, il pusher 14enne era appena tornato a scuola dopo tre mesi di assenza

Il ragazzino arrestato mercoledì era già stato segnalato per mancata frequenza. La preside dell'Amendola-Santa Caterina: «Un episodio isolato»

L'istituto frequentato dal baby pusher
L'istituto frequentato dal baby pusher
di ​Gianluca Sollazzo
Sabato 24 Febbraio 2024, 07:00 - Ultimo agg. 09:00
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Tornato a scuola dopo mesi di assenze reiterate, s’è fatto arrestare con la droga dello zaino. Il baby pusher fermato mercoledì davanti all’Istituto superiore Amendola-Santa Caterina era già sotto i riflettori dell’autorità giudiziaria per i minorenni. Appena 14 anni.

E con alle spalle 85 giorni di assenza. Per il ragazzo la scuola aveva attivato tutti i canali possibili per recuperare la sua frequenza. Per evitare insomma che un giovane appena 14enne potesse prendere altre strade, devianze. Come purtroppo accaduto. 

«Il fenomeno droga non appartiene alla nostra scuola – dichiara al Mattino la preside dell’Amendola-Santa Caterina, Anna Rita Carrafiello - Come dirigente e docenti possiamo sospettare, segnalare. Quello dei baby pusher è un fenomeno molto serio che riguarda giovani, ragazzini fragili che le scuole devono togliere dalla strada con tutte le loro forze. Nel caso del nostro alunno arrestato si è trattato di un minorenne che non è mai stato presente in classe e per il quale sono state avviate le procedure di segnalazione alla Procura dei minori». Stando a quanto ricostruito dalla preside, il 14enne è stato arrestato dai carabinieri proprio in occasione del primo giorno di lezione dopo tanti giorni di assenza. Nemmeno il tempo di tornare in classe che già si è messo nei guai. Sconvolta la preside all’indomani dell’accaduto. Sconcerto tra studenti e insegnanti. L’immagine della scuola, però va difesa. «Questa scuola ha un’utenza difficile, è una scuola che ha fatto tanto per riportare gli alunni in classe»: precisa la Carrafiello. Una scuola che lotta da dieci anni contro la dispersione scolastica con progetti pomeridiani, serali, teatro e tutoring. Di recente il Santa Caterina ha anche aperto la sua palestra ad un’associazione sportiva che si occupa proprio di “strappare” alla strada studenti “a rischio”. «Per quanto riguarda il fattaccio dinanzi alla scuola – spiega la preside dell’istituto superiore al confine tra Mercatello e Mariconda - l’alunno aveva già 85 giorni di assenza. E ai sensi della normativa vigente come scuola avevamo proceduto a chiamare numerose volte i genitori dello studente. Ma senza avere risposta. Ho inviato quindi alla procura dei minori la segnalazione di minorenne in dispersione in obbligo scolastico. In settimana – continua la preside - è arrivata la mamma del ragazzo che ha avuto la visita dei servizi sociali in quanto passibile di multa o di arresto. La signora mercoledì scorso mi ha quindi riportato il figlio a scuola. È rientrato in classe dopo tanti giorni di assenza. Ma quando è uscito dalla scuola è stato arrestato perché trovato in possesso di sostanze stupefacenti».

La procedura adottata dalla scuola per il recupero del caso di evasione ha funzionato ai sensi del Decreto Caivano e delle linee guida anti dispersione dettate dall’Ufficio scolastico regionale. Il fattaccio, come bollato dalla stessa Carrafiello, macchia la reputazione di una scuola capofila nel contrasto all’abbandono scolastico. Meritevoli le azioni adottate per salvare negli anni oltre 200 ragazzi, basti pensare al teatro scolastico anti dispersione. «Fare teatro – racconta la preside Carrafiello - per 203 studenti ha significato anche acquisire il rispetto delle regole, di se stessi, degli altri: migliorando la conoscenza di sé, delle proprie capacità, potenziando l’autocontrollo e l’autostima». È nato così un Teatro stabile dell’istituto superiore Santa Caterina Amendola. «La scuola è aperta fino alle 19 - aggiunge la preside - per consentire loro di studiare grazie all’attivazione di sportelli di ascolto con docenti della stessa classe, con rapporto di tutoraggio uno a tre. Abbiamo messo in campo una macchina da guerra contro l’evasione e i genitori ci stanno ringraziando».

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Da ricordare anche l’avvio di una cooperativa di docenti che consente ai ragazzi di imparare il mestiere di barista e accoglienza in sala. «I ragazzi che non vengono a scuola me li vado a prendere a casa – chiosa Carrafiello - Ho sul mio cellulare i nomi delle mamme. Laddove ci siano difficoltà economiche interveniamo personalmente concedendo libri gratis o in comodato. Insomma, non è possibile che per un caso, un episodio singolo, debba pagare lo scotto l’immagine e l’azione didattica di una intera scuola».
 

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