Salerno. Azienda fallita per derivati, condannata la banca

Salerno. Azienda fallita per derivati, condannata la banca
di Petronilla Carillo
Martedì 1 Aprile 2014, 00:12 - Ultimo agg. 09:33
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Doveva essere un prodotto finanziario sicuro che avrebbe garantito all’azienda di rispondere alle proprie esigenze di copertura finanziaria e consentirle di mantenere le linee di credito. Invece quei 28 derivati che la filiale salernitana della Unicredit aveva fatto sottoscrivere alla Eurobox di Nocera Inferiore, si sono rivelati tossici amplificando lo stato di insolvenza dell’azienda e provocando la revoca del concordato preventivo: in poche parole, spingendola verso il fallimento. Ora i giudici della I sezione civile di Salerno hanno accolto le richieste presentate dai legali dell’azienda, il professore Fauceglia e l’avvocato De Crescenzo, e hanno condannato la Unicredit Corporate Banking spa alla restituzione alla Eurobox della somma di 1 milione e 985mila euro, oltre gli interessi legali, relativi alle negoziazioni dei titoli derivati.



Ma la famiglia Mignano, titolare dell’azienda fallita, ha in corso anche un altro procedimento, pendente presso il tribunale civile di Nocera Inferiore, sempre contro l’istituto bancario, per induzione all’insolvenza.



La storia della Eurobox srl, che si occupava di imballaggi metallici, è quella di tante aziende italiane che hanno utilizzato i «derivati» e sono poi fallite. Nel periodo compreso tra la seconda metà del 2000 ed il 2004 l’Unicredit ha proposto e fatto sottoscrivere alla Eurobox ben 28 derivati, caratterizzati da una complessità, onerosità e rischiosità via via crescente, che ha consentito alla banca di acquisire cospicui margini a danno della società.



Secondo la perizia portata in tribunale dai legali dell’azienda, e firmata dal presidente dell’Asso-Ctu Roberto Marcelli, le operazioni poste in essere non rispondevano ad alcuna esigenza imprenditoriale, non offrivano alcuna copertura né dal rischio di cambio né dal rischio di tasso e per molte di esse risultava pressoché certo l’esborso a carico della Eurobox: «la probabilità che la società conseguisse un beneficio era spesso pari all’evento che una moneta lanciata in aria ricada di taglio senza dare né testa né croce», commenta il perito.
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