Bellizzi, preparazione al Giubileo con il vescovo Fisichella: «La chiesa cambi linguaggio
per avvicinarsi ai giovani»

L'incontro a Bellizzi in preparazione del Giubileo 2025. Il vescovo di Salerno Andrea Bellandi: più attenzione anche ai poveri

I vescovi Andrea Bellandi e Rino Fisichella
I vescovi Andrea Bellandi e Rino Fisichella
di Giuseppe Pecorelli
Giovedì 16 Maggio 2024, 06:10
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La Chiesa è chiamata a cambiare linguaggio per essere compresa da uomini e donne di oggi e, in modo particolare, dai giovani. È un passaggio centrale dell'intervento dell'arcivescovo Rino Fisichella, che martedì sera, al palasport di Bellizzi, condivide l'incontro voluto dall'arcidiocesi di Salerno-Campagna-Acerno in preparazione al Giubileo 2025. Tanti i partecipanti in rappresentanza delle comunità parrocchiali del territorio, chiamate a riflettere su “Pellegrini di speranza”, parole tratte dalla lettera che, l'11 febbraio 2022, papa Francesco ha inviato proprio a monsignor Fisichella, pro-prefetto del Dicastero per l'evangelizzazione, incaricandolo di organizzare il Giubileo. Non ci sono posti liberi tanto che, nell'introduzione, don Ugo De Rosa, delegato diocesano per l'Anno Santo, parla della partecipazione come bella immagine di«comunione fraterna e di unità». Un Giubileo s'inserisce nella storia dell'umanità ed è occasione di riflessione per la Chiesa. «Noi – spiega tra l'altro monsignor Fisichella nel dialogo con la giornalista moderatrice Concita De Luca – dobbiamo fare i conti con la cultura in cui viviamo. Non abbiamo ancora piena consapevolezza che siamo all'inizio di una nuova cultura. Chi ha 25 anni, oggi, non ci capisce più. In tutte le mie prediche, se non mi adeguo nel linguaggio, i ragazzi non mi capiscono. E avviene così nella scuola, nella famiglia. C'è una dimensione che ci provoca a prendere in serissima considerazione l'impatto con una nuova cultura, dove c'è una visione dell'uomo diversa. C'è bisogno di intervenire, di entrare, perché altrimenti le nuove generazioni non solo non ci capiscono, ma noi non saremo capaci di trasmettere la ricchezza di quella bellezza che abbiamo costituito. Abbiamo bisogno di una forte provocazione, di un forte shock. Spero che il Giubileo possa essere un momento attraverso il quale sappiamo che entriamo in una nuova fase della nostra storia perché entriamo in una nuova cultura e dobbiamo avere uno strumentario capace di comunicazione e trasmissione». «Mi attendo – afferma l'arcivescovo Andrea Bellandi – che per la nostra Chiesa sia un momento di conversione, di una nuova decisione per rimettersi in cammino verso il Signore e per il Signore. Abbiamo bisogno di sperimentare l'unità, caratteristica essenziale per la Chiesa dentro diverse accentuazioni, spiritualità, cammini che possono esserci. Spero, per il nostro mondo, i segni che il Papa si attende, la lotta contro le tante guerre, la diffusione di una grande ondata di pace, la difesa della vita in tutti i momenti, l'incremento della speranza che fa nascere i bambini alla vita. Il problema della denatalità è grave, gravissimo. E poi un'attenzione alle persone più povere, più sole. Segni che possano essere fiammelle di luce nel nostro mondo».

All'incontro prendono parte anche la professoressa Maria Rita Parsi, psicoterapeuta, e Salvatore Martinez, già presidente nazionale del Rinnovamento nello Spirito.

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