Francesco morto all'ospedale di Salerno, un calvario lungo 20 giorni: operazione e choc settico

Il 5 agosto la visita al pronto soccorso, in guardia medica dopo le dimissioni. Due interventi all’addome per un’ernia, tracheotomia per problemi respiratori

Il chiosco al centro storico
Il chiosco al centro storico
Carmen Incisivodi Carmen Incisivo
Domenica 27 Agosto 2023, 07:00 - Ultimo agg. 17:25
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Sono tanti i medici, sanitari, infermieri ed anestesisti che, nei venti giorni di lotta tra la vita e la morte di Francesco Giordano, si sono occupati del 44enne spirato nella mattinata di venerdì nel reparto di rianimazione dell’ospedale Ruggi di Salerno. Giorni travagliati che sono culminati con il decesso che ha scatenato l’indignazione e la rabbia della famiglia che ha sporto denuncia chiedendo che su questa «morte sospetta» fosse aperta un’inchiesta che faccia chiarezza sulle cause della dipartita e che, eventualmente ci fossero, inquadri con precisione le responsabilità di coloro che avevano in cura il paziente

Difficile, nel giro di appena 48 ore ricostruire con esattezza quali siano stati i professionisti che hanno avuto in cura il 44enne, affetto da ernia addominale. Motivo per il quale il pubblico ministero Alessandro Di Vico sta procedendo, almeno in questa primissima fase, contro ignoti. Non è escluso che nelle prossime ore possano essere emessi gli avvisi di garanzia che consentirebbero alle persone coinvolte di nominare periti di parte che partecipino agli esami irripetibili sulla salma dello sfortunato 44enne. Il conferimento dell’incarico per l’esame autoptico ci sarà in Procura, a Salerno, nella tarda mattinata di lunedì ed è possibile che l’accertamento venga svolto nella stessa giornata. Dipenderà dallo stato d’avanzamento delle indagini, alle quali stanno lavorando senza sosta gli uomini della compagnia dei carabinieri di Salerno, guidata dal maggiore Antonio Corvino. Quello che, al momento, sembra essere stato cristallizzato attraverso la denuncia presentata dalla famiglia, assistita dall’avvocato penalista Angela Cisale, è il calvario che Francesco Giordano ha attraversato nei venti giorni che hanno preceduto la morte. Sarebbe arrivato in pronto soccorso con febbre alta, vomito e mal di pancia il 5 agosto scorso. In quella circostanza viene confermata la diagnosi di ernia addominale ma il paziente viene dimesso. Torna in pronto soccorso il giorno dopo (prima era stato anche in guardia medica, tranquillizzato e mandato a casa) e viene finalmente ricoverato, in attesa di un’operazione. 

Seguono due interventi all’addome, pare a causa dell’ernia che si sarebbe prima infiammata e poi strozzata. Nessuna delle due operazioni risulterebbe risolutivo. L’ultimo disperato tentativo di aggirare i problemi di respirazione si traducono in una tracheotomia d’urgenza. Poi le cose precipitano e all’alba di venerdì Francesco si arrende a quello che sembra essere uno choc settico che provoca una grave insufficienza multi organo. La luce si spegne, tra atroci sofferenze Francesco non c’è più. La reazione della famiglia è immediata: vogliono chiarezza sulle cause della morte e sulle eventuali responsabilità. La salma viene sequestrata e messa a disposizione dell’autorità giudiziaria all’obitorio del Ruggi. In questo senso, in vista del conferimento dell’incarico per l’effettuazione dell’autopsia previsto per lunedì, la famiglia Giordano ha già incaricato il medico legale di lunga esperienza Giovanni Zotti in qualità di perito di parte. 

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Intanto lo storico chiosco all’imbocco di via dei Mercanti è meta di numerosi salernitani. Le saracinesche restano chiuse, un mazzo di fiori sormonta il manifesto che annuncia l’assurda e inattesa dipartita di un uomo buono, cordiale, gentile e amico di tutti. Nel cuore antico della città l’aria è pesante. La famiglia di Francesco è chiusa nel silenzio e nel dolore. Adesso la priorità è capire esattamente cosa è accaduto al loro congiunto. «Francesco era un gigante buono - ricorda una donna - quando passavamo di qua aveva sempre un sorriso, una battuta, una parola di incoraggiamento nei giorni tristi. Era, insieme ai suoi fratelli, l’anima di questo angolo sempre allegro e colorato. Ci mancherà».
 

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