San Matteo, il gelo dell'arcivescovo
«Comune assente, non capisco»

L'arcivescovo Luigi Moretti
L'arcivescovo Luigi Moretti
di Giuseppe Pecorelli
Domenica 25 Settembre 2016, 08:10 - Ultimo agg. 14:47
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SALERNO - «A me dà fastidio quando leggo che c’è la guerra tra Curia e Comune, tra don Camillo e Peppone. Se ci sia Peppone non lo so, non mi riguarda, ma sicuramente non c’è don Camillo. Non vogliamo essere strumentalizzati da nessuno». Lo dice l’arcivescovo Luigi Moretti ieri mattina in una conferenza stampa in cui dà una sua lettura alla festa di San Matteo di quest’anno. Una ricorrenza in cui s’è registrata l’assenza del sindaco Vincenzo Napoli e dell’intera giunta comunale ad ogni evento, sia nei giorni precedenti sia al pontificale e alla processione del 21 settembre. E lo stesso sindaco ha scelto ancora una volta il silenzio, dopo che venerdì aveva promesso: «Farò chiarezza con un comunicato».

Un’assenza pesante, quella del Comune, che l’arcivescovo non sa spiegarsi. «Dopo il crac del San Matteo famoso – spiega – ho cercato di ricostruire i rapporti. Basti vedere il cammino che si è fatto con i portatori. L’anno scorso fummo convocati in prefettura dov’erano presenti tutte le istituzioni per capire le modalità per evitare i fatti incresciosi dell’anno precedente. Grazie all’intuizione del prefetto Antonella Scolamiero, accolsi l’idea che San Matteo entrasse al Comune. Non avevo nulla in contrario. L’importante è che si facesse nel modo proprio. Noi aggiungemmo una sosta dinanzi alla casa comunale, dove si pregava per le istituzioni, e la benedizione del comune col braccio di San Matteo». 

Il rapporto col Comune prosegue oltre la riunione in prefettura. «Io ho tenuto quattro incontri con Vincenzo Napoli, allora sindaco facente funzioni. Ero col vicario don Biagio Napoletano e il parroco della cattedrale, don Michele Pecoraro, mentre il sindaco era accompagnato, in due incontri, dall’assessore Giovanni Savastano, in altri due dall’assessore Domenico De Maio. Abbiamo parlato di come costruire un cammino di collaborazione. Scrivemmo un protocollo d’intesa tra Curia e Comune, non solo per la festa di San Matteo. C’era la questione del comodato scaduto per Santa Lucia (di proprietà della Curia, nda), c’era la questione dell’orario d’apertura del duomo. Noi facemmo presente che non eravamo in grado di garantire l’apertura della cattedrale per l’intera giornata. Ci sarebbe costata 80 o 90 mila euro all’anno. Su questo abbiamo lavorato e siamo arrivati ad un’intesa. Abbiamo stipulato l’accordo per Santa Sofia e anche l’accordo per il duomo: il Comune si è impegnato a garantire un contributo. Per quello che riguarda la processione, avevamo stabilito di fare prima qualcosa insieme. Organizzammo a Palazzo di città la presentazione dell’enciclica Laudato si’ di Papa Francesco. Avevamo poi individuato le criticità della processione e ci accordammo su come gestire la sosta a piazza Cavour per la benedizione del mare. Convenimmo per l’interruzione temporanea del traffico sul lungomare. Il Comune si fece anche carico della distribuzione dell’acqua ai portatori. Quest’anno noi non abbiamo fatto altro che confermare quanto è stato definito l’anno scorso. Tale e quale». Ma alla festa del 2015 l’amministrazione partecipò. Al pontificale erano presenti il sindaco Vincenzo Napoli e il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, mentre durante la processione fu Eva Avossa ad accompagnare nell’atrio del municipio l’arcivescovo Moretti. «Stavolta – continua il presule – mi sono ricordato di quello che accadeva quando andavo a benedire le case a Roma. A volte mi accoglievano intere famiglie, altre mi lasciavano le chiavi al portiere e trovavo le case vuote. Ho benedetto il Comune, ma dentro non c’era nessuno». L’arcivescovo rimanda al mittente le accuse di aver voluto una festa solo religiosa: «Nei miei interventi non c’è stata mai la pretesa di dire quello che devono fare gli altri». Inevitabile la domanda sul governatore De Luca. «L’ho incontrato tante volte, l’ultima all’inaugurazione della stazione marittima, ma non ho avuto un incontro diretto con lui dal San Matteo del 2014. È anche vero che è cambiato il suo ruolo istituzionale».
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