Piazza della Libertà, locali non accatastati
e docici imprenditori restano fermi

Piazza della Libertà, locali non accatastati e docici imprenditori restano fermi
di Petronilla Carillo
Domenica 13 Febbraio 2022, 06:55 - Ultimo agg. 18:59
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Questa volta il Covid non c’entra. La crisi, neanche. I dodici imprenditori vincitori della gara per l’affidamento dei locali a piazza della Libertà restano fermi, motivi amministrativi tarpano le ali ai loro investimenti. La fretta. O, forse, l’approssimazione. La necessità di fare la gara quanto prima. Gara vinta anche da qualcuno che è indagato nella vicenda delle coop. Ma questa è un’altra storia. O, forse, la storia è la stessa ma raccontata da un’altra prospettiva. Il risultato, però è quello: l’area che era stata tanto pubblicizzata dall’amministrazione Napoli per il rilancio turistico e per una diversa movida resta bloccata. Il motivo? La mancanza di un atto autorizzativo. Quale? Quello che riguarda l’accatastamento dei locali. Accatastamento che, tecnicamente, potrebbe essere difficile da avere proprio perche gli ambienti sono realizzati sul mare. Però la gara c’è. Anzi, le gare ci sono. Dodici locali sono stati affidati, altri cinque dovrebbero essere rimessi a bando. Intanto i negozi restano abbandonati a se stessi. Qualcuno subisce allagamenti ogni volta che è maltempo, qualcun altro è diventato una piccola serra incolta. Davanti, però, c’è la piazza. Quella delle grandi polemiche, quella delle autorizzazioni tardive, quella inaugurata per il giorno del santo patrono. Piazza delle Libertà, quella che non ha ospitato il concerto di fine anno soltanto perché c’è stata una nuova ondata pandemica. Dall’altra parte, ci sono gli imprenditori. Quelli che su quei locali ci hanno scommesso e (qualcuno) anche investito, sperando anche in un trasferimento della propria attività a stretto giro. Con tutti gli annessi economici legati a questa scelta. 

La mancanza delle autorizzazioni rappresenta un intoppo esclusivamente di tipo amministrativo e da risolvere in sede amministrativa.

Non è un illecito ma una mancanza. Però quegli stessi locali sarebbero anche al centro di indagini, nate come costola dell’inchiesta sulle cooperative sociali. E, in quanto tale, sarebbe stata affidata alla Squadra mobile della polizia. Sotto le luci dei riflettori i due bandi, uno assegnato per sette locali (la gara avvenne nel 2012) e l’altra avviata a luglio di quest’anno per altri cinque locali. Gare alle quali avrebbero partecipato alcuni rappresentanti di cooperative sociali. Del resto, tra le mansioni svolte dalle coop non c’è solo la manutenzione del verde pubblico ma anche del patrimonio cittadino, che comprende lo svolgimento di diverse attività. Quelle gare sono state ampiamente pubblicizzate prima delle elezioni dagli stessi amministratori come occasione di rilancio dell’attività commerciale nel capoluogo e, soprattutto, del fronte mare. I sette locali, che sono stati confermati mentre per i cinque messi a bando a luglio dopo alcune rinunce avvenute dopo la gara del 2012, dovranno ospitare tutti attività di intrattenimento: semplici bar, wine bar e un ristorante-pizzeria con un noto marchio in franchising. Insomma, un nuovo luogo di attrattiva per la movida cittadina. Quindi anche i titoli autorizzativi potrebbero presto finire sotto la lente di ingrandimento degli organi inquirenti e potrebbe riguarda proprio la liceità delle gare stesse, non soltanto le modalità di svolgimento. 

A scoperchiare il vaso di Pandora, con la conseguente notifica di avvisi di garanzia anche per il sindaco Vincenzo Napoli, oltre che i provvedimenti restrittivi a carico dell’ex assessore Savastano e del ras delle coop Zoccola, sarebbe stata proprio una gara: quella per l’affidamento della guardiania del cantiere di piazza della Libertà proprio ad una coop. Si è partito da lì ma, giostrando con quello che sembrava un ingarbugliato cubo di Rubik, tutti i tasselli sono stati messi, passo dopo passo, al posto giusto dagli inquirenti. Le coop, dunque, serbatoio di voti per le ultime elezioni regionali in cambio di affidamenti per migliaia e migliaia di euro attraverso gare truccate. È stato proprio Vittorio Zoccola, con i suoi tre lunghi interrogatori ha «spiegato» il «sistema» parlando di cerchio magico e facendo nomi e cognomi di coloro che «gestiscono Salerno».  

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