Positano, aggredisce la ex in discoteca poi stacca a morsi l'orecchio dell'amico di lei

Il 23enne denunciato a piede libero. La madre della ragazza: cosa sarebbe successo se mia figlia non fosse stata accompagnata?

L'aggressione in una discoteca
L'aggressione in una discoteca
di Emiliano Amato
Venerdì 8 Settembre 2023, 05:05 - Ultimo agg. 10:15
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Era stato allontanato dalla discoteca perché importunava la sua ex fidanzata. Ma l’ha attesa all’esterno del noto locale di Positano con il chiaro intento di sfogare la sua rabbia per quell’amore non più corrisposto. A difendere la ragazza, una 23enne amalfitana, è stato l’amico che era con lei, un ventenne di Vietri sul Mare, che lavora presso un bar di Amalfi. È stato aggredito con una ferocia inaudita da M.A., 23 anni di Praiano, che lo ha stretto e immobilizzato strappandogli brutalmente la parte superiore dell’orecchio sinistro con un morso. L’episodio, da «Cavalleria rusticana» in cui il morso dell’orecchio suggella in modo primordiale il duello tra due uomini per una donna, è avvenuto intorno alle 4.

Una scena inquietante per chi vi ha assistito, quegli stessi ragazzi che rientravano dal locale, intervenuti a sedare la lite per evitare conseguenze peggiori. Portato in ambulanza al pronto soccorso dell’ospedale Costa d’Amalfi, il giovane ferito, sanguinante, dolorante e in preda alla disperazione, è stato curato dai sanitari di turno. Per lui quaranta giorni di prognosi. L’aggressore, responsabile delle lesioni personali gravi, è stato fermato dai carabinieri del Nucleo Radiomobile che hanno informato il magistrato di turno. Non nuovo a fatti del genere (in passato è stato protagonista di un episodio analogo), è stato denunciato a piede libero.

Il giovane vietrese, invece, è stato poi trasferito all’ospedale Ruggi di Salerno per valutare la possibilità di ricostruzione plastica del terzo del padiglione auricolare. 

Una ricostruzione parziale dei fatti nel racconto della madre della ragazza, Margareth Turatti. «Mia figlia era andata in discoteca con questo ragazzino di Vietri. Si erano messi d’accordo per trascorrere una serata diversa – racconta – ma mentre stava ballando si è sentita tirare per i capelli: era il suo ex che aveva lasciato agli inizi di agosto». Stando a quanto riferitole dalla giovane «l’ex fidanzato le ha anche tirato il drink addosso e il suo amico è intervenuto per aiutarla. Poi i buttafuori del locale lo hanno allontanato, ma lui è rimasto fuori aspettando che la serata si concludesse. Quando mia figlia è uscita per andare a prendere il motorino, è avvenuta l’aggressione». «Una scena che nemmeno nei film si vede, ha raccontato mia figlia che ieri è rimasta tutta la giornata a casa ancora impaurita. Cosa sarebbe successo se quel povero ragazzo non l’avesse accompagnata? Oggi ho paura per mia figlia: quel ragazzo, pericoloso, me lo trovo spesso di notte sotto casa. Sono stata dal padre del suo amico ferito per portare la mia solidarietà. Dovrà operarsi a Roma presso una clinica privata e sono disposta a partecipare alle spese».

«Questo fenomeno della violenza giovanile, anzi delle esplosioni di violenza, è aumentato in modo esponenziale dalla pandemia in poi perché probabilmente è uno degli effetti collaterali a medio e lungo termine delle restrizioni attuate durante il periodo della pandemia - spiega lo psichiatra Walter di Munzio di Cava de’ Tirreni – Si perde facilmente la capacità del self control. In questo caso il fattore scatenante è stato il sentimento di gelosia, l’idea del possesso di un’altra persone e dell’esclusività della relazione. La reazione è stata esasperata e fuori controllo, e non è correlata alla gravità del caso». Di Munzio prova a dare una spiegazione alla reazione: «L’emancipazione delle donne nel tempo ha di fatto ridotto il ruolo sociale dei maschi entrati in una fase di crisi d’identità con il crollo dell’autostima e lo smarrimento del loro ruolo. Il problema non può limitarsi all’identificazione di colpe e responsabilità, ma riguarda l’intera società che marcia in un’unica direzione e lascia pezzi per strada, che non riescono a tenere il passo con la progressione dei costumi e delle sovrastrutture sociali che determinano il comportamento umano».

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