Lorenzo, ultimo di tre fratelli (e ultimo anche a contagiarsi dentro casa) dopo le vacanze di Natale è riuscito a tornare a scuola solo per 1 giorno. Anche se il Covid lui lo ha appena avuto. I suoi fratelli, infatti (prima quello di 11 anni, poi quello di 8) si sono contagiati a rotazione e Lorenzo è stato in quarantena per 10 giorni. Poi è toccato a lui prendersi il Covid e farsi altri 10 giorni di isolamento, fino a quando finalmente è potuto tornare in classe con un tampone negativo. Ma il suo acclamato rientro in prima elementare è durato solo 24 ore. Perché il giorno successivo nelle sua sezione si sono verificati due casi positivi e lui (come tutti gli altri) è dovuto ritornare in Dad. Non importa che fosse appena guarito. Perché a differenza di suo fratello che va alle medie, dove i vaccinati o i guariti da meno di 120 giorni possono restare in aula, alle elementari questa distinzione non c'è. I bimbi immunizzati - secondo l'ultima circolare del Ministero dell'Istruzione - sono (inspiegabilmente) uguali agli altri. Morale? Dal 7 gennaio Lorenzo ha fatto quasi 3 settimane di dad. Condannato a un isolamento continuo (e per chissà quanto tempo ancora) per un assurdo paradosso legislativo.
Scuola, un'odissea tra dad e quarantene: così la burocrazia mette in crisi le famiglie
I bimbi vaccinati o guariti
Tra i 5 e gli 11 anni ci sono 213.635 bambini che hanno già completato il ciclo vaccinale.
Cosa dice la norma
Nella scuola primaria – recita la circolare del ministero –: in presenza di almeno due casi positivi è sospesa l’attività didattica in presenza per 10 giorni ed è prevista la quarantena della durata di 10 giorni».
La petizione
Sono sempre più le richieste dei genitori per cambiare questa assurda norma che condanna i bimbi guariti o vaccinati alla Dad. Una petizione lanciata sulla piattaforma online Change.org, diretta al ministro della Salute Roberto Speranza, ha superato le 15mila firme. La richiesta è quella di modificare "immediatamente il protocollo che, nelle scuole primarie, non prevede alcuna distinzione tra vaccinati/guariti e non vaccinati".
«Noi genitori, che abbiamo risposto subito alla richiesta dello Stato di fare la nostra parte, vaccinandoci prima noi e facendo poi vaccinare i nostri figli in età 5-11, ci vediamo paradossalmente discriminati, rispetto ai vaccinati degli altri ordini scolastici», si legge nel testo della petizione. I firmatari, per la maggior parte genitori, lamentano il protocollo unico per alunni vaccinati e non "che prevede per tutti gli alunni delle scuole primarie, 2 tamponi (t0 e t5) di screening, dad e quarantena di 10 giorni in caso vengano trovati 2 positivi nelle classi dei nostri figli, e, in questo caso, con un ulteriore tampone di uscita per rientrare a scuola". "Questo protocollo - si legge ancora - è un assurdo controsenso rispetto al DL 229 del 30/12/21 che prevede, per i vaccinati e i guariti da 120 giorni, in caso di contatto con un positivo, il regime dell'auto-sorveglianza, senza necessità di tampone e di quarantena a meno che non sopraggiungano sintomi”. “È anche un clamoroso autogol”, viene aggiunto, “per la buona riuscita della campagna vaccinale per la fascia 5-11 anni, un elemento che avrà un effetto negativo su tutti i genitori indecisi, che non vedranno così alcun tipo di vantaggio nel fare vaccinare i propri figli. I nostri bambini devono avere parità di condizioni e di trattamento rispetto agli altri vaccinati/guariti: chiediamo pertanto che venga loro applicato lo stesso protocollo in vigore nelle scuole secondarie».
La replica di Sileri
Eppure il sottosegretaro alla Salute Sileri difende la norma: «Tra i 5 e gli 11 anni ad aver completato il ciclo vaccinale è una piccola percentuale", è giusto dunque che la regola "sia diversa rispetto a una popolazione maggiormente vaccinata". Lo stesso Sileri non esclude però che le norme possano cambiare nel momento in cui il numero di vaccinati salirà: "Con l'incremento delle vaccinazioni - dice vi sarà un allentamento delle misure».