Dopo eccellenze e pasta, Emanuele Filiberto investe nel Kosher a Napoli

Dopo eccellenze e pasta, Emanuele Filiberto investe nel Kosher a Napoli
di Francesca Cicatelli
Giovedì 2 Marzo 2017, 22:22 - Ultimo agg. 3 Marzo, 10:25
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L'ultima volta non è andata benissimo. Ora prova a unire l'Italia in nome dei brand. Fresco di club virtuale con lo stemma che unisce, denominato «Eccellenza Italiana», con cui sfida Oscar Farinetti a colpi di marchi non solo legati al food, e dopo «Prince of Venice», la catena di pasta fresca dispensata in versione street food da furgoncini blu in America, ora Emanuele Filiberto investe anche nel Kosher, grazie alla sinergia con KosherItaly, l'ente certificatore partenopeo che opera su scala internazionale e con Marco Mansueto, da anni promotore della certificazione.
 


Oggi l'incontro segreto per aprire la strada a questa nuova avventura imprenditoriale che ha certificato già molte aziende campane. Il Kosher non è legato solo alla tradizione religiosa ebraica ma è sinonimo di qualità e di metodi di produzione incontaminati. Il principe punta dunque ad aggiungere qualità ai suoi prodotti e ad entrare in una fetta di mercato che coinvolge non solo gli oltre 12 milioni di ebrei nel mondo ma anche tutti coloro che hanno imparato a mangiare cibi sani con una maggiore consapevolezza alimentare.

Non teme che qualcuno possa discriminare un prodotto Savoia come un'ideologia politica. Anzi rivendica che molti brand hanno tenuto lo scudo di Casa Savoia: tonno Callipo, Prada, Strega e altri. Tutto sommato restituisce all'Italia la possibilità di esportare prodotti all'estero, garantendo un Made in Italy che va oltre il 50 per cento (infatti per far risultare un prodotto Made in Italy basta anche che solo una parte della produzione sia avvenuta in Italia).

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