Festa del Cinema di Roma, Tom Hanks: «Nobel a Dylan? Oggi è bello essere americani. Mi piacerebbe fare il cattivo»

Festa del Cinema di Roma, Tom Hanks: «Nobel a Dylan? Oggi è bello essere americani. Mi piacerebbe fare il cattivo»
Giovedì 13 Ottobre 2016, 19:23 - Ultimo agg. 16 Ottobre, 17:14
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Con la faccia da bravo ragazzo sulla quale ha anche costruito la sua carriera, Tom Hanks, attore, regista e produttore oggi alla Festa di Roma si è lasciato andare sparando a zero sulle presidenziali americane («un festival di m...») e sull'attuale candidato repubblicano Donald Trump, cita poi Berlusconi e si mostra disposto a lavorare con Roberto Benigni.

 


Un vero e proprio show il suo nell'incontro stampa con Antonio Monda dove, tra l'altro, si è anche messo ad imitare il modo di esprimersi e di fare domande dei giornalisti italiani. E l'attore, nato Concord il 9 luglio 1956, ha anche raccontato il suo essere nonno.
Intanto la politica. «Non so se si può dire, visti i tanti giornalisti presenti, ma le presidenziali Usa 2016 sono un festival di merda. Ogni quattro anni ci troviamo con un Paese davanti a un bivio, dove c'è ansia e timore del futuro, ma mai come questa volta c'è un candidato autoreferenziale, pieno di idee assurde in cui non investiamo e non lo faremo neppure questa volta».
E ancora l'attore su Trump: «Quando parlo di ignoranza non intendo solo quella politica, ma una cosa è certa quando prevale l'ignoranza nella politica sono successe sempre cose molto brutte». «Certo voi potrete dirmi perché mai un personaggio come Trump si candida alle presidenziali Usa - aggiunge -, ma io potrei replicare 'e perché voi avevate Berlusconi?»'. L'attore, che riceverà stasera il premio alla carriera della Festa di Roma che gli ha anche dedicato una retrospettiva ha comunque un collega italiano con il quale vorrebbe lavorare: «Mi piacerebbe Roberto Benigni, insieme saremmo fortissimi».

Riguardo ai suoi tanti film - l'ultimo è Inferno, con la regia di Ron Howard, in sala da oggi - dice: «Non li guardo mai perché in realtà non cambiano, sono sempre gli stessi. Piuttosto vedi solo come sei invecchiato nel frattempo. Posso comunque ritenermi fortunato - sottolinea - perché alla fine quello che conta è longevità artistica». Scegliere i film per il due volte premio Oscar (Philadelphia e Forrest Gump): «E' una questione d'istinto, ma la cosa più difficile resta dire no, ma a volte va fatto». Mentre a chi gli chiede se si considera, anche per i suoi ruoli morali, una sorta di James Stewart di oggi, replica: «Quando decido i ruoli da fare non penso certo alla loro moralità».

Comunque Tom Hanks se la sente di fare il cattivo:«Ho un certo modo di pormi che potrebbe funzionare come cattivo, ma nel cinema non ci sono troppe sfumature.
Ci sono solo degli antagonisti che tendono ad essere più archetipi». E il Tom Hanks nonno? «I miei nipoti (Olivia Jane e Charlotte) non hanno idea di cosa faccio. Per loro sono solo il nonno e una delle voci di Toy Story. Cerco di convincerli che sono una persona importante, ma loro non ci credono. Comunque - conclude - i nipotini sono più divertenti di Fellini».

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